Bonifico sbagliato e scompare il premio da 170mila euro

Di certo c’è che i soldi dell’investimento sono spariti. Dove siano finiti e perché siano stati bonificati su conti differenti da quello del titolare della polizza, resta un mistero da chiarire. Un caso al centro di un’inchiesta della Procura che indaga per truffa. Al momento contro ignoti.
Il premio
Il tesoretto andato in fumo supera i 170mila euro, risparmi che una coppia bresciana aveva affidato ad una compagnia assicurativa specializzata nel ramo vita con sede a Milano e con la quale la collaborazione andava avanti da anni. Tempo fa il titolare della polizza, un 70enne impresario funebre, aveva chiesto il riscatto del premio assicurativo ricevendo parere favorevole dalla società milanese. La sorpresa arriva però via mail, quando la compagnia annuncia di aver liquidato l’investimento come richiesto. Su un conto corrente però che il bresciano non riconosce. Parte la richiesta di spiegazioni e la compagnia si impegna a risolvere il disguido da centinaia di migliaia di euro.
Tutto risolto? Assolutamente no, visto che la seconda comunicazione di avvenuta liquidazione riporta un secondo conto corrente sul quale è stato trasferito il denaro. È diverso da quello della prima mail, ma ancora una volta non è quello intestato al titolare della polizza, che riferisce di non aver mai cambiato il conto personale attraverso il quale aveva già fatto altre operazioni con la medesima compagnia.
Doppio errore
E qui si registra il buco nero. La società assicurativa non sa spiegare come sia stato possibile il doppio errore, al netto delle indagini interne, il risultato è che 170mila euro destinati al cliente bresciano sono svaniti nel nulla. L’avvocato nominato dall’investitore dopo la denuncia scopre, da un ufficio postale della città, che i soldi del bonifico del gruppo milanese sarebbero transitati su conti collegati a Postepay, carte attivate probabilmente solo per il tempo strettamente necessario a commettere la presunta truffa e immediatamente chiuse dopo essere state svuotate dei 170mila euro. Il caso è sul tavolo della Procura che dovrà ora ricostruire il flusso di denaro e soprattutto a chi sono collegate le carte prepagate che tra l’altro non potrebbero essere utilizzate per questo tipo di operazioni che dovrebbero conludersi con bonifici destinati esclusivamente a conti correnti bancari.
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