Bomba allo scalo merci: come funzionerà il brillamento, fase per fase

L'ordigno bellico sarà disinnescato in loco e poi trasportato in cava a Ghedi. Ecco come funzionano le operazioni di domenica 22 ottobre
L'ordigno bellico della seconda guerra mondiale ritrovato a Brescia - © www.giornaledibrescia.it
L'ordigno bellico della seconda guerra mondiale ritrovato a Brescia - © www.giornaledibrescia.it
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Domenica 22 ottobre è in programma il brillamento della bomba d’aereo della seconda guerra mondiale rinvenuta allo scalo merci ferroviario di via Vergnano a Brescia. Non era l'unica: nel cantiere sono state trovate pochi giorni prima anche quattro granate d'artiglieria, di cui tre inerti.

Le operazioni di bonifica dell’ordigno bellico ritrovato lo scorso 28 settembre, un 500 libbre di fabbricazione inglese che contiene 105 chilogrammi di esplosivo, inizieranno alle 9: prima il despolettamento, poi il trasferimento della bomba in una cava di Ghedi e lì infine il brillamento. A essere evacuate dalla zona saranno 234 famiglie, 523 persone in tutto: tutti coloro che vivono nel raggio di 447 metri dalla bomba, come stabilito dall'ordinanza della Loggia. Perché proprio 447 metri? La distanza deriva da un calcolo ottenuto con una formula specifica, che sulla base della quantità di esplosivo calcola il raggio di proiezione dei frammenti.

Ecco come funzioneranno le operazioni di domenica, fase dopo fase.

Cos’è la camera di espansione

La camera di espansione costruita attorno all'ordigno - © www.giornaledibrescia.it
La camera di espansione costruita attorno all'ordigno - © www.giornaledibrescia.it

Una premessa: se le persone da evacuare saranno solo mezzo migliaio e non 15mila lo si deve alla camera d’espansione. Si tratta di una struttura che gli artificieri dell’Esercito realizzeranno sopra e attorno all’ordigno (di qui il nome) per mitigare gli effetti di un’eventuale detonazione accidentale. Fatta di gabbioni metallici modulari riempiti di sabbia molto fine, è alta quasi 4,5 metri e presenta un vano interno di 9 metri quadrati, per una superficie complessiva di circa 40.

La camera sarà fondamentale per ridurre le distanze di sicurezza da 1.386 a 447 metri (misure riferite alla proiezione massima dei frammenti in orizzontale) durante il disinnesco. I genieri hanno concluso giusto ieri le operazioni di realizzazione della struttura.

Cos’è il despolettamento

La bomba d'aereo allo scalo ferroviario - © www.giornaledibrescia.it
La bomba d'aereo allo scalo ferroviario - © www.giornaledibrescia.it

La spoletta è il dispositivo di innesco della bomba. Il despolettamento, che avviene in loco, consiste nella rimozione di questo congegno: è la fase più delicata dell’intera operazione di messa in sicurezza dell’ordigno inesploso. L’attivazione accidentale della spoletta infatti determinerebbe la detonazione della bomba. Di fatto, a seconda del tipo di ordigno, gli artificieri svitano la spoletta (o le spolette) che si trova in testa o in coda alla bomba stessa. Una volta privata della spoletta, la bomba di fatto è sicura al trasporto. L’esplosivo al suo interno dev’essere comunque distrutto. Per questo, viene trasportata in un luogo sicuro dove farla brillare.

Ad effettuare l’operazione sono gli artificieri Cmd (Conventional Munition Disposal), specialisti del 10° Reggimento Genio Guastatori dell’Esercito, un reparto con sede nella caserma Col di Lana di Cremona.

Cos’è il brillamento

Il brillamento, che domenica 22 avverrà in una cava di Ghedi, è la detonazione controllata della bomba, trasportata sui camion dell’Esercito. I genieri proprio ieri hanno scavato il «fornello»: una grande e profonda buca (4x4 metri) dentro cui l’ordigno sarà calato e fatto esplodere con cariche di tritolo.

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