Bolletta unica per l’acqua. Rivolta contro l’imposizione di A2A
Addio bolletta per ciascuna utenza. Nel 2018 i condomini si vedranno arrivare un’unica fattura per l’acqua consumata nell’intero edificio. Spetterà poi agli amministratori di condominio e ai proprietari degli immobili suddividere la spesa. Una decisione comunicata da A2A Ciclo Idrico pochi giorni fa ma che sta già sollevando un vespaio di proteste.
Ad alzare la voce è stata subito Anaci, la principale associazione degli amministratori di condominio: «Come sul tema rifiuti, A2A cala dall’alto una decisione già presa in maniera arbitraria. A farne le spese saranno i condòmini - spiega la presidente Elena Rossetti - già quest’anno i loro costi sono saliti per gestire il sistema di raccolta differenziata, ora i condòmini solventi dovranno farsi carico anche delle bollette dell’acqua dei vicini morosi».
Il 26 giugno A2A Ciclo Idrico ha scritto alle tre associazioni di Amministratori di condominio spiegando che i contratti di fornitura «somma/visionali» sottoscritti prima del 1995 «in presenza di norme superate» verranno chiusi, stipulando «un nuovo contratto di fornitura idrica per la sola utenza condominiale (contratto stradale)». In sostanza la contabilizzazione per la bolletta avverrà al contatore «somma» che si trova in strada, non come avviene ora in base ai dati dei contatori «divisionali», installati nei singoli appartamenti. Scelta, spiega A2A, nata per la «necessità di rispettare la normativa vigente» e a causa delle «difficoltà incontrate costantemente dagli addetti incaricati nella lettura dei contatori divisionali non direttamente accessibili», nonché della loro scarsa manutenzione. Con la bolletta unica, intestata al condominio, la ripartizione dei consumi spetterà a residenti e amministratori.
Una beffa, spiegano da Anaci. «A2A fa questa scelta in un momento in cui la morosità sta crescendo - spiega Rossetti -. Le difficoltà nella lettura dei contatori a noi paiono una scusa: spostando il problema della contabilizzazione sui privati, A2A si garantisce i pagamenti. Se oggi qualche utente è moroso, la società deve attivare delle azioni legali. Se a pagare è il condominio, c’è sempre un proprietario con casa intestata, un bene eventualmente da aggredire con un decreto ingiuntivo. Così alla fine il condòmino solvente pagherà anche per il vicino che non paga». Il condominio si dovrà far carico del calcolo e della riscossione, ma anche di lettura e manutenzione contatori. «Ma noi amministratori non siamo ufficiali giudiziari - dice Rossetti - non possiamo entrare negli alloggi se il condòmino non vuole».
A indispettire sono stati anche i modi. «Ci è arrivata una comunicazione a cose fatte, di cui possiamo solo prendere atto. Nessun coinvolgimento, nessun tavolo di discussione. La società, va detto, si è dichiarata disponibile «ad incontri costruttivi con le associazioni per valutare ulteriori soluzioni». A2A fa infatti sapere che le organizzazioni saranno contattate già da domani. «Ma perché dovremmo incontrare chi ha già deciso tutto? - sbotta Rossetti - Ora faremo valutare il regolamento Ato per capire se davvero la società può risolvere i vecchi contratti in maniera unilaterale. Non ci piace nemmeno la tempistica: il tutto avviene in piena estate, senza comunicazioni agli utenti». Di certo l’impatto rischia di essere pesante, visto che dovrebbe riguardare moltissimi condomini. «Chiederemo ad A2A il dettaglio - chiosa Rossetti - ma temo tutti i condomìni degli anni ’60 e ’70, la stragrande maggioranza del patrimonio edilizio di Brescia».
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