Bolletta unica condominiale, è scontro tra A2A e amministratori

Muro contro muro: al centro il problema della morosità. «Così scaricate i costi sui cittadini»
Contatori dell'acqua al centro della polemica
Contatori dell'acqua al centro della polemica
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Tra fine anno e la prossima primavera 28mila appartamenti bresciani dovranno dire addio al contatore divisionale dell’acqua, quello installato all’interno delle abitazioni. Arriverà una sola bolletta per l’intero condominio e spetterà poi ai condomini calcolare il riparto, magari affidandosi a società esterne. Secondo A2A Ciclo Idrico si tratta di una «scelta obbligata», imposta dalla normativa, che metterà fine a un unicum (o quasi) a livello nazionale.

Ma per gli amministratori di condominio è una «scelta illegittima», «senza alcun fondamento giuridico», presa solo per «scaricare sui cittadini che hanno sempre pagato i costi della morosità». Un muro contro muro che prosegue da quasi due anni, riproposto a palazzo Loggia durante la commissione bilancio chiamata a fare il punto sul caso «contatore unico».

La questione affonda le sue origini in alcuni contratti sottoscritti in città da circa 3mila condomini negli anni ’60 e ’70. Contratti dove oltre alla fornitura dell’acqua era compresa anche la lettura del contatore divisionale e la fatturazione alla singola utenza. «In realtà - ha però precisato Tullio Montagnoli, ad di A2A Ciclo Idrico - la competenza del gestore si ferma al limite della proprietà privata». Ovvero in strada, dove c’è l’unico contatore «fiscalmente valido» (condominiale o individuale). Quello negli appartamenti è uno strumento utile per calcolare il consumo del singolo alloggio.

Ma due delibere dell’Autorità nazionale (la 655 del 2015 e la 218 del 2016) precisano che la fatturazione va fatta sul contatore stradale. E l’Antitrust impedisce a chi, come A2A Ciclo Idrico, gestisce un servizio in monopolio di offrire anche un’attività a libero mercato, come la lettura nei singoli appartamenti. È una questione di «equità - ha rimarcato il manager di A2A -: oggi offriamo gratis un servizio al 43% dei condomini, mentre il restante 57% gestisce la ripartizione della bolletta in autonomia o pagando una società terza». Tipo Isupe.

Le sigle degli amministratori di condominio (Anaci, Ababi, Abiconf) hanno però ribaltato la questione: «Non c’è alcun fondamento giuridico, è una scelta unilaterale - ha attaccato Vincenzo Vecchio (Abiconf) - la verità è che A2A vuole sollevarsi del problema della morosità». Un tema evidenziato anche da Elena Rossetti (Anaci): «A2A vuole ridurre i costi di fatturazione e caricare la morosità sulle spalle dei cittadini. Ma ci sono casi dove la morosità arriva al 20-25%: chi ha sempre pagato ora dovrà farsi carico anche dei vicini che non pagano», con tensioni facili da immaginare. «In questo modo - ha insistito Rossetti - A2A avrà incassi più certi e utili più alti».

Insomma, per Marco Gabelli (Ababi), l’unica cosa certa è che i cittadini dovranno pagare bollette più care. Una situazione «iniqua e ingestibile». Montagnoli ha però cercato di rimettere in fila le questioni. Tariffe, fatturazione, gestione della morosità non sono scelte della società, ma delle autorità, Ato, Arera, Antitrust. L’operazione contatore unico era già stata impostata nel 2017. Poi, di fronte ad alcune contestazioni, è stato fatto un approfondimento legale. E il parere di Ref Ricerche ha confermato la necessità di andare in quella direzione. «Altrimenti potremmo incorrere in sanzioni».

Gli amministratori, però, hanno parlato di pareri che dicono l’esatto contrario. «Le posizioni sono troppo distanti, così non se ne esce» ha sottolineato con lucidità Paolo Fontana (Forza Italia). Quanto ai costi: in base alle simulazioni di A2A, con la bolletta unica ciascuna utenza dovrebbe risparmiare 13-14 euro l’anno. Nessun costo aggiuntivo o interruzione del servizio: il contatore condominiale (stradale) c’è già e deve solo essere intestato al condominio. E la morosità? In base ai dati dell’azienda la media è ferma al 2%. Già oggi in ciascuna delle nostre bollette c’è una quota destinata a coprire chi non paga (il servizio idrico è full cost recovery, deve cioè coprire tutti i costi, anche la morosità). C’è poi la morosità incolpevole, famiglie in difficoltà, per le quali dal 2016 A2A ha istituito, prima in Italia, il Bonus Idrico.

Certo, come per la Tari o per altre spese condominiali, se qualcuno non paga, quel costo ricade sugli altri condomini. Ma anche su questo A2A ha ribadito la «disponibilità a trovare insieme una soluzione». E, per parte sua, l’assessore al bilancio Fabio Capra ha assicurato la disponibilità al dialogo («la mia porta è sempre aperta»). Con i consumatori e i proprietari immobiliari il confronto è partito. E proprio da loro è arrivata una proposta: una finanziaria potrebbe farsi carico della morosità, evitando di scaricarla sugli altri condomini.

 

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