Bimbo morto in piscina, l'autopsia conferma l'annegamento
Asfissia meccanica da annegamento. Questo dice l’autopsia: Ansh Sharma, il bambino ripescato in fin di vita dalla piscina di via Rodi nel pomeriggio di domenica e deceduto dopo un’ora di agonia al pronto soccorso pediatrico del Civile, è morto annegato. Da un lato l’autopsia parla di annegamento, dall’altro sembra confermata l’ipotesi che Ansh non sapesse nuotare.
Il medico legale ha trovato un cospicuo quantitativo di acqua nei suoi polmoni, il che porta il sostituto procuratore Gianluca Grippo, titolare del fascicolo aperto per omicidio colposo, a ritenere che il piccolo sia rimasto a lungo sott’acqua: non meno di due minuti.
L’esame autoptico ha escluso possibili concause di morte: Ansh, presente domenica alla piscina Lamarmora con la mamma, il papà e il fratello maggiore, non soffriva di particolari patologie.
Si complica la posizione dei genitori del bambino e dei cinque bagnini, due dei quali minorenni, in servizio in via Rodi negli istanti in cui si è consumata la tragedia.
Quanto accaduto domenica pomeriggio non è stato ripreso dalle telecamere di sicurezza che guardano verso l'esterno della piscina. Ai bagnini gli inquirenti hanno sequestrato il telefono cellulare per capire se al momento dell'annegamento fossero distratti. I legali stanno valutando il ricorso al Riesame per chiedere il dissequestro dei cellulari.
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