Bimba azzannata dai pitbull, papà e mamma in aula
Fotografie, video, la consulenza di un’etologa. Prove per dimostrare che l’aggressione mortale subita dalla piccola Victoria dai suoi due pitbull era del tutto imprevedibile. Per offrire la dimostrazione che non vi era proprio nulla che lasciasse immaginare, anche solo lontanamente, la tragedia che si è consumata il 17 settembre di due anni fa a Flero, nella casa dove la piccola (appena 13 mesi) viveva con la famiglia.
È iniziata con la produzione di questi elementi probatori l’udienza preliminare a carico del papà Egi Zikaj, della mamma Olga De Luca, e di Hasan, il nonno della piccola, oltre che dei due veterinari che, stando alla ricostruzione dell’accusa, avrebbero dovuto far abbattere i due cani mesi prima, in seguito all’aggressione nella quale era evoluto l’incontro con un altro cane per le vie del paese.
Il papà della piccola Victoria, che era in Germania per lavoro quando la bimba fu azzannata dai due pitbull, sarà interrogato il 12 febbraio prossimo, nel corso della prossima udienza. All’esito i genitori e il nonno della piccola, assistiti dall’avvocato Patrizia Scalvi, decideranno se discutere l’udienza preliminare o chiedere il processo in abbreviato.
Quella domenica tutto accadde all’improvviso. I pitbull di colpo si scagliarono addosso alla bimba che non potè certo difendersi. Poco riuscì a fare anche il nonno. Una volta serrate le loro mascelle, inutili i tentativi di strappare Victoria dalle fauci delle due bestie. Fu necessario l’intervento dei carabinieri: solo l’uso delle pistole d’ordinanza riuscì a limitare lo scempio che i due cani stavano facendo del corpicino della bambina. Sentito come testimone oculare dei fatti, una volta ripreso dallo choc, il nonno escluse che la piccolina quella sera, nei frangenti precedenti l’aggressione, fosse sola e incustodita.
L’uomo riferì che le due bestie gliela strapparono dalle braccia repentinamente e che del tutto inutile fu il suo tentativo di trarla in salvo. In casa non c’erano il papà, da settimane al lavoro in Germania, e nemmeno la mamma, che era fuori per compere. I due, che sei mesi fa hanno avuto un’altra bambina, devono rispondere per omessa custodia dei cani.
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