Bigio in piazza Vittoria, la replica alle dichiarazioni di Sgarbi: «No al revisionismo storico»

Nel 2013 il sottosegretario dichiarava al nostro giornale: «La storia va rispettata, e nella storia di Brescia c'è la rimozione della statua»
Il Bigio in piazza Vittoria - Foto © www.giornaledibrescia.it
Il Bigio in piazza Vittoria - Foto © www.giornaledibrescia.it
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L’ipotetica ricollocazione del Bigio in piazza Vittoria a Brescia continua ad alimentare il dibattito politico, soprattutto dopo le dichiarazioni del sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi che chiede il riposizionamento della statua nel luogo in cui lo collocò il regime fascista, arrivando ad evocare nella figura del soprintendente un commissario incaricato a tal fine.

A queste esternazioni arriva oggi la replica di una corposa lista di realtà bresciane che si identificano nei valori democratici e antifascisti. Si tratta di Al Lavoro con Brescia, Brescia attiva, Brescia green, Brescia in Azione - Segreteria cittadina, Gruppo +Europa Brescia, Lista Laura Castelletti Sindaco, PD Città di Brescia, Possibile Brescia, Radicali italiani, Sinistra italiana Circolo cittadino, Italia viva Brescia che, unite, sottoscrivono una nota di replica.

«Ci permettiamo di rispondere citando le stesse parole che il sottosegretario Vittorio Sgarbi utilizzò in una intervista al principale quotidiano locale l'11 aprile 2013: "La storia va rispettata. E nella storia di Brescia c'è anche nel 1945 la rimozione da piazza Vittoria di quella statua dal forte valore simbolico. Non si può non tenerne conto. Il recupero artistico dell'opera di Dazzi ha senso ed è certamente condivisibile; una soluzione positiva e rispettosa potrebbe allora essere una sua musealizzazione".

E ancora: "il suo legame con il fascismo era ed è indiscutibile, piaccia o no è innegabile". Concordiamo con lo Sgarbi del 2013 mentre avversiamo quello del 2023. Come partiti democratici ed antifascisti rispettiamo e ci atteniamo a quanto deliberato dal Consiglio comunale di Brescia nell'ottobre del 1945, a pochi mesi dalla Liberazione.

Rimuovere quella statua, insieme ai fasci littori e al bassorilievo di Mussolini a cavallo dalla torre dell'orologio fu una scelta precisa e un atto politico dalla forte valenza storica. E la storia va rispettata. In una città medaglia d'argento alla Resistenza, duramente colpita dal terrorismo neofascista, non possono trovare spazio operazioni di revisionismo storico mascherate dietro il paravento della coerenza architettonica. L'"era fascista" non può e non deve tornare in Piazza della Vittoria».

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