Bertolaso: «Agenda unica contro le liste d’attesa come quella per prenotare il vaccino»
Negli ospedali pubblici nei primi tre mesi dell’anno le prestazioni sanitarie con criterio di priorità «B», ovvero breve, sono state erogate entro i dieci giorni previsti nel 72% dei casi. Per quelle differite (da erogare tra trenta e sessanta giorni) i tempi sono stati rispettati nel 78% dei casi. Nelle strutture private convenzionate, nel 75% dei casi sono state garantite entro i dieci giorni richiesti e nell’82% tra i trenta e i sessanta giorni, così come stabilito dal medico prescrittore in base alla gravità e all’urgenza del problema di salute.
Molti dati
Sono, questi, solo alcuni dei molti dati che l’assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso, ha prodotto nell’audizione in Commissione Sanità a palazzo Pirelli per parlare dei risultati ottenuti nell’accorciamento delle liste d’attesa dopo i provvedimenti adottati lo scorso anno e per illustrare i prossimi passi in questa direzione.
L’incontro in Commissione è stato, per Bertolaso, anche l’occasione per chiarire le parole pronunciate nei giorni scorsi in Consiglio regionale, quando, riferendosi alle Asst (le aziende sociosanitarie territoriali) e alle Ats (agenzie di tutela della salute» della Regione, ha detto che «sono realtà troppo autonome, anarchiche». «Intendevo rimarcare che ogni azienda ha un proprio sistema informativo che non sempre dialoga con le altre strutture - ha detto ieri -. La prenotazione di visite ed esami, infatti, avviene attraverso due canali: quello locale e quello regionale, ma quest’ultimo non riceve tutte le disponibilità delle agende e questo comporta disagi e disguidi».
Il Cup unico
Per superare questa difficoltà, l’assessore ha dichiarato che sta lavorando ad un Cup unico, un Centro di prenotazione «che permetterà di prenotare giorno, ora e struttura esattamente come è stato fatto quando si doveva fissare la data per la vaccinazione anti Covid». Bertolaso ha detto che il Centro unico di prenotazione regionale sarà attivo tra dicembre 2023 e gennaio 2024.
Nel merito, una nota critica di Nicola Di Marco, consigliere regionale Movimento 5 Stelle: «Come può funzionare un’agenda unica se le diverse Ats sui territori non dialogano tra loro e hanno sistemi informativi diversi? È evidente come sia necessario e urgente discutere il nostro progetto di legge per istituite l’Ats unica lombarda che riproponiamo. In questo modo Bertolaso non dovrà più subire l’anarchia delle diverse Ats e Asst come da lui stesso ammesso e segnalato».
Un percorso lungo
Intanto, come annunciato dall’assessore, il percorso per arrivare ad avere un Cup unico è iniziato. Nel frattempo, i nodi da sciogliere in merito alle liste d’attesa restano ancora molti. Il Piano nazionale di governo delle liste d’attesa indica una «garanzia dei tempi massimi di attesa almeno per il 90% delle prenotazioni in tutte le classi di priorità».
C’è un indicatore che Bertolaso accoglie come un buon segnale, ed è la riduzione delle segnalazioni e delle proteste che i cittadini indirizzano via mail all’assessorato. «Tuttavia, non ci si rassegna al problema delle liste d’attesa: il nostro lavoro è solo all’inizio di un lungo percorso. Evidente che non riusciremo mai ad eliminarle completamente perché è fisiologico che, se aumenteremo l’offerta con nuovi investimenti e ampliando gli orari, aumenterà anche la domanda. L’obiettivo è raggiungere un equilibrio tra l’una e l’altra. Oggi siamo ancora lontani».
Due specialità, su tutte, sono state evidenziate ieri come «problema complesso». Si tratta di oculistica e dermatologia per le quali le visite erogate entro soglia nel pubblico per il codice di priorità B, dunque entro dieci giorni, si fermano al 59% e per il codice D (da trenta a sessanta giorni) si è al 61%. Nel privato le percentuali sono, rispettivamente, del 68% e del 55%. «È una questione di costi delle visite, troppo bassi nel pubblico e poco attrattivi per gli specialisti».
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