Bertolaso: «A Brescia terza ondata, così cambia il piano vaccini»
«A Brescia evidentemente ci troviamo di fronte alla terza ondata»: così Guido Bertolaso ha detto parlando al Consiglio regionale della Lombardia, spiegando che il direttore dell'assessorato al Welfare Giovanni Pavesi «ha elevato il livello di attenzione delle rianimazioni da tre a quattro».
«La provincia di Brescia ha un'incidenza, ovvero un numero di nuovi casi, doppia rispetto al resto delle province lombarde. Allo stato attuale, la situazione è sotto controllo e gestibile rispetto all'autunno passato, in tutto il territorio regionale, tranne in provincia di Brescia, dove siamo di fronte alla terza ondata della pandemia. Uno stato che va aggredito immediatamente» ha aggiunto Guido Bertolaso. Già ora i reparti di rianimazione a Brescia sono «sotto stress» e per questo Areu ha «già trasportato pazienti nelle aree limitrofe».
«Regione Lombardia attuerà una rimodulazione della strategia vaccinale come strumento prioritario di contenimento del contagio: verranno concentrati, nei limiti del possibile e delle linee guida del ministero, le attività di vaccinazione. In particolare partendo dai comuni al confine tra la provincia di Brescia e di Bergamo con presenza importante di focolaio di contagio legato alle varianti e situazione di tensione legata alla saturazione delle Terapie Intensive locali» ha chiarito il vicepresidente di Regione Lombardia Letizia Moratti riferendo al Consiglio Regionale sulla decisione di entrare in zona arancione rafforzata.
«Abbiamo deciso una rimodulazione della strategia vaccinale - ribadisce Moratti - chiedendo al ministero di riprogrammare le dosi vaccinali per soggetti positivi al Covid-19 in modo da prevedere o la somministrazione di una sola dose o il posticipo di sei mesi per la sua somministrazione. Un'eventuale riposta positiva da Roma ci permetterebbe di avere una maggiore disponibilità di vaccino che, ad oggi, è la risorsa scarsa. La regione Lombardia sta attuando un'attenta sorveglianza sanitaria al fine di intervenire in modo preventivo e circoscritto su aree critiche e per consentire, al contempo, alle aree non interessate dall'accelerazione del contagio in atto, di poter proseguire le normali attività».
Saranno prioritariamente vaccinati gli abitanti dei 103 comuni con una incidenza del contagio superiore a 250 casi ogni 100mila abitanti registrati tra il 15 e il 21 febbraio.
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