Batterio killer e neonato morto: nove gli altri contagi
Un neonato stroncato dal batterio killer, altri nove – tra cui il gemellino di questo - risultati positivi ai test sul totale dei 27 neonati presenti nel medesimo reparto del Civile, quello di Patologia neonatale.
Si chiama Serratia marcescens il batterio responsabile della morte, lo scorso lunedì, di un bimbo di poche settimane, nato prematuro assieme al fratellino. Le prime avvisaglie del focolaio epidemico risalgono al 20 luglio, con la scoperta dei primi due casi, seguiti proprio da quello del piccolo poi vinto dall’infezione. All’inizio i sintomi erano quelli di una semplice congiuntivite, ma i tamponi oculari eseguiti hanno presto portato alla diagnosi. Poi è sopraggiunto un quadro di shock settico. Nonostante la terapia antibiotica ad ampio spettro, il bimbo - dall’apparato immunitario più fragile come quello di tutti i bimbi nati prematuri – non ce l’ha fatta. Non così il fratellino, che assieme agli altri otto piccoli è ora stabile. Diverso del resto il quadro clinico dei piccoli degenti: dopo i tre casi di infezione iniziali, tra il 20 luglio e il 6 agosto sono stati individuati altri sette casi, di cui sei con mera presenza del batterio e un caso di infezione delle vie urinarie.
Il Civile – fa sapere con una nota – ha provveduto a tutti gli interventi previsti per contenere il focolaio: dall’allerta del Comitato infezioni ospedaliere pediatrico all’isolamento dei piccoli contagiati sino alle successive e progressive bonifiche che per il completamento di tutti gli ambienti del reparto ha imposto anche la chiusura dell’accesso alla terapia intensiva neonatale, che tuttora permane. Sei allo stato i bimbi entrati in contatto con la Serratia marcescens ancora ricoverati. I genitori del piccolo vinto dal batterio – che preferiscono non rilasciare dichiarazioni - ora comprensibilmente affidano le loro speranze al fratellino, ma si sono rivolti alla Procura perché sia fatta chiarezza sulle cause – in letteratura di non facile individuazione, da ricercare tra altri neonati colonizzati, le mani degli operatori sanitari, e più raramente, il latte, le culle termiche e il sapone per le mani – e perché un caso analogo non possa ripetersi.
I Carabinieri del Nas hanno acquisito tutto il materiale relativo al piccolo. Un atto dovuto l’apertura del fascicolo per il quale non risultano indagati. Ora si attende che venga eseguita l’autopsia sul piccolo, già disposta dal magistrato.
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