Battaglia alle nutrie, il fronte si estende anche ai parchi
Nell’agenda dei problemi da affrontare rispetto al controllo della fauna, spicca anche nella nostra provincia la questione nutrie. Secondo una recente stima, la popolazione nel Bresciano si aggira attorno ai 140mila capi, dei quali solo 15mila circa sono stati prelevati lo scorso anno.
Per affrontare una situazione che danneggia molto l’agricoltura e sovente causa incidenti stradali, si devono coordinare le forze in campo, coinvolgendo anche parchi e consorzi irrigui. È quanto stabilito nel protocollo d’intesa siglato al Pirellino dall’assessore all’Agricoltura, alimentazione e sistemi verdi della Regione Lombardia Fabio Rolfi con il vicepresidente della Provincia di Brescia Andrea Ratti, i rappresentanti dell’Anci e i presidenti degli enti interessati.
«È necessario coordinare le forze tra istituzioni, associazioni di categoria, parchi e consorzi di bonifica - ha anticipato Rolfi -. La nutria rappresenta un enorme problema, perché causa danni all’economia agricola, alle arginature dei corpi idrici in cui costruisce le tane e rischia di contaminare i prodotti alimentari agricoli. Ognuno deve fare la propria parte. Grazie a questo protocollo l’attività di contenimento della nutria non si fermerà ai confini delle aree protette come successo finora, ma proseguirà anche all’interno dei parchi per rendere efficaci le operazioni su tutto il territorio». Non solo, il protocollo assegna un ruolo importante anche ai consorzi di bonifica, i cui operatori garantiranno risultati concreti nella loro area di competenza.
Regione Lombardia ha aumentato le risorse e per il 2018 ha previsto un investimento di 400mila euro per il contenimento e l’eradicazione. Cifra definita insufficiente comunque da Rolfi che ha già chiesto al Governo un fondo nazionale su questo fronte. Il protocollo provinciale siglato a Brescia mira a stabilire i compiti di ogni singolo ente e a coordinare tutte le azioni affinché nessuna energia e nessuna risorsa vada dispersa.
«Non c’è tempo da perdere, la capacità riproduttiva delle nutrie non lascia spazio a tempi morti», ha concluso Rolfi. Anche i Comuni dovranno collaborare al contenimento della specie, acquistando gabbie o altro materiale di consumo, coordinando gli operatori presenti sul proprio territorio, mettendo a disposizione punti temporanei di stoccaggio.
Saranno autorizzate all’abbattimento squadre adeguatamente formate, composte da polizie municipali e provinciali, agenti venatori volontari, cacciatori, proprietari o conduttori dei fondi agricoli.
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