Bassa in ginocchio: «Ora lo stato di calamità»

Coltivazioni distrutte, danni agli edifici: i sindaci dei paesi colpiti dalla violenta tempesta si appellano alla Regione.
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Quindici minuti di grandine per un disastro che ha pochi precedenti. Chicci grandi come noci, vento e pioggia hanno risvegliato la Bassa lasciando un paesaggio segnato dalla distruzione. Una tempesta in grado di sradicare alberi, scoperchiare capannoni, allagare abitazioni, far crollare una stalla, danneggiare automobili e mettere a serio rischio il raccolto di numerosi terreni. Il nubrifragio ha interessato in particolare la Bassa centrale, specialmente San Paolo, Barbariga, Dello e Offlaga. Ma anche Chiari, Verolanuova e Verolavecchia fino a Seniga. Una striscia di territorio colpita dalla violenza che per fortuna, a parte ingenti danni materiali, non ha avuto conseguenze per le persone. A Faverzano, la famiglia Migliorati ha visto crollare la stalla: una mucca è rimasta uccisa e i mezzi agricoli sono stati letteralmente seppelliti.

Ieri mattina si sono viste scene surreali, come persone e mezzi meccanici impegnati a rimuovere la grandine come se fosse una coltre di neve. Ci sono volute ore per ripristinare la corrente elettrica nelle zone in cui gli alberi sradicati avevano interrotto i collegamenti.

I rilievi per il calcolo dei danni sono ancora in corso, ma la situazione è già chiara. Diverse colture sono andate distrutte, tanto che dai sindaci di Offlaga, Dello e Barbariga, oltre che dalla Coldiretti, arriva la richiesta dello stato di calamità.

 

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