Barbara D'Urso sotto la neve

Un tempo i saggi contadini sentenziavano che sopra la neve c’era la fame, ma sotto la neve c’era il pane. Nelle ristrettezze della fredda vita quotidiana guardavano a quei terreni ghiacciati con gli occhi sognanti della gioia del raccolto. Noi siamo ormai ai primi di marzo e a me piacerebbe più dedicarmi al mio orto che guardarlo ancora tristemente a riposo. Ma ormai altro che le mezze, sono sparite le stagioni tutte intere. E se Burian ha gelato le speranze di vedere germogliare le bulbose, non si può far altro che passare la domenica pomeriggio sul divano davanti alla tv.
La mia compagnia preferita è la Barbara D’Urso, la sua televisione straordinariamente trash è per me una calamita. La Domenica In delle sorelle Parodi è invece banalmente noiosa come una quarantenne il cui libro preferito è il Piccolo principe. La D’Urso passa dall’intervista a Matteo Renzi, ai filippini che raccontano che Sandra e Raimondo ora sono fantasmi che girano in casa, alla vedova di Bramieri che fa la vedova di Bramieri, a quello che si è fatto togliere le costole per avere il giro vita come Ken, il moroso della Barbie. Il top del momento è la signora che ha visto scolorirsi la sua pelliccetta made in Cina mentre faceva da testimone a un matrimonio.
Il motto della D’Urso è: si ride e si piange, come nella vita. La tv della D’Urso siamo noi che a fine anno facciamo il trenino indemoniati come Christian De Sica, è la nostra anima buzzurramente pop che prende il sopravvento. La domenica della D’Urso è come un fritto misto cotto nell’olio troppo vecchio, ci fa male ma non riusciamo a farne a meno.
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