Bambini in Braille: vedere attraverso arte, musica e danza

Il progetto per consentire ai bimbi non vedenti di relazionarsi con gli altri
Molte le iniziative di «Bambini in Braille»
Molte le iniziative di «Bambini in Braille»
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Non si vede solo con gli occhi. Colmare attraverso l’arte l’assenza o il mal funzionamento della vista, è l’obiettivo che si pone «Officina dei linguaggi non convenzionali», messo in campo dall’associazione bresciana Bambini in Braille.

«Una delle finalità - ha detto la presidente del sodalizio Piera Sciacca - è dare ai bambini ipo e non vedenti la possibilità di entrare in contatto con l’arte e con i loro coetanei privi di deficit visivi. Ai laboratori partecipano infatti anche piccoli che non hanno problemi di vista e, a seconda dei casi, le attività possono essere collettive o individuali. La nostra associazione calibra le sue iniziative su un principio preciso: i bambini ipo e non vedenti sono bambini come tutti gli altri, con gli stessi bisogni e desideri».

Arti figurative, musica, danza, teatro… sono solo alcune delle proposte che, due giorni alla settimana, vengono offerte ai bambini, con una finalità anche pedagogica e terapeutica. Il metodo dell’Officina è infatti già stato collaudato all’Istituto per ciechi di Palermo, da cui arriva il supervisore del progetto, prof. Renato Pantaleo.

«I nuovi protocolli neuroscientifici - ha spiegato - richiedono che nel percorso terapeutico ci sia anche la componente emotiva. Negli ipo e nei non vedenti spesso subentrano problemi relazionali, proprio perché i pazienti sono sprovvisti della vista. Per questo, attraverso la musica, la danzaterapia e il contatto con materiali artistici, cerchiamo di stimolare la loro intraprendenza nei rapporti con l’esterno».

Oggi sono quindici i bambini che usufruiscono del servizio, i cui costi sono per ora a totale carico dell’associazione. Diverse sono le idee sperimentali pensate per il futuro, tra cui la «risonanza con il pianoforte a coda», che permetterebbe anche ai neonati di aderire ai laboratori, con la compresenza di mamma e terapeuta. «In molti casi - ha detto Pantaleo - si possono ribaltare diagnosi di deficit dell’apprendimento o relazionale». Informazioni a info@bambiniinbraille.it.

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