Balena blu, l'appello dei magistrati ad educatori e allenatori

Con la fine della scuola i magistrati chiedono agli educatori di grest, colonie e campi estivi di vigilare sui giovani fragili
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Grest, campi scuola, associazioni sportive: l’Associazione Italiana Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia, Sezione di Brescia, rivolge un appello a chi quotidianamente è in contratto con i giovani nel periodo estivo perché presti attenzione e sensibilizzi sul fenomeno «Balena blu».

La scuola infatti sta finendo e il timore è che venga meno il controllo quotidiano degli insegnanti che accompagnano e sostengono i giovanissimi e le loro famiglie. «Il cosiddetto “Blue Whale”, o “Balena Blu”, che ormai ha valicato i confini spazio temporali e che si sta radicando anche nel nostro territorio – scrivono i magistrati -, è l’ultimo, in ordine di apparizione, tra i pericoli social che, per la sua rapidità di diffusione, giustifica allerta e necessità di comprensione per le istituzioni preposte, ai fini di intervenire in modo rapido ed efficace dal momento che di giocoso non ha nulla per giovani e giovanissimi.

Anche nel distretto della Corte d’Appello di Brescia vi sono segnali allarmanti che sono stati colti in ambito scolastico: l’intervento immediato della scuola che ha coinvolto i genitori e le forze dell’ordine e, di conseguenza, la magistratura è stato, quindi, determinante».

Questo fenomeno, «costituisce indubbiamente un’esplicita istigazione alle autolesioni e - continua il comunicato -,  in progressione, anche alla auto eliminazione; potenzialmente inquadrabile in reati, quali l’istigazione al suicidio o, nei dovuti casi, allo stalking, in particolare, quando la condotta assuma la modalità di una compartecipazione guidata».

L’appello è a chi ha vicino «ragazzi fragili e a disagio, i cui riferimenti adulti vanno sollecitati, perché prestino le dovute attenzioni, e l’adesione a questo percorso non si riveli come una disperata richiesta di cura e affetto; in tal senso l’intervento dei servizi e dell’autorità giudiziaria minorile in sede civile può avere funzione preventiva. Così come la repressione, l’oscuramento dei siti e, auspicabilmente, l’individuazione dei curatori, potranno contribuire a limitare la portata del fenomeno».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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