Badante uccisa: l'assassino ha avuto un complice?

Chi indaga cerca di capire se l'uomo abbia potuto fare tutto da solo
  • Il ritrovamento del cadavere di Viktoriia
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    Il ritrovamento del cadavere di Viktoriia
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Sarà l’autopsia a stabilire come è stata uccisa Viktoriia, la badante ucraina di 42 anni svanita nel nulla da una settimana e fatta trovare sotto un metro di terra dall’ex compagno Kadrus Berisa. L’aveva sepolta nella bocciofila abbandonata da anni, distante pochi metri da casa sua, dove vittima e assassino hanno trascorso la serata di mercoledì 4 novembre. E dove  la Scientifica dei carabinieri ha isolato 25 tracce di sangue oltre a quelle sul grosso tappeto che lo straniero aveva gettato in una discarica pubblica e che l’esame del Dna ha stabilito appartenere alla donna uccisa.

Solo il serbo aveva le chiavi di questo spazio che aveva trasformato in una sorta di discarica a cielo aperto. Ora chi indaga è alla ricerca di un possibile complice perché c’è la convinzione che l’uomo non possa aver fatto tutto da solo.

Troppo poco tempo che l'uomo ha avutoavuto a disposizione per evitare di farsi scoprire dai residenti in zona e, sopratutto, troppo rilevante la differenza fisica con la vittima per pensare che il sessantenne abbia agito da solo: lui non troppo alto e con un problema ad una gamba, lei una donna di un metro e ottanta con un fisico robusto. Viktoriia è stata sepolta con gli stessi abiti che indossava l’ultima sera che è stata vista in vita e ora si attendono i prossimi passi dell’ex convivente. Che ha indicato il luogo dove ha occultato il cadavere, ma non ha confessato l’omicidio. Nel frattempo è arrivato in città dall’Ucraina il figlio 21enne della vittima che da una settimana cercava invano di parlare con la madre al telefono, muto dalla sera del 4 novembre.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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