Avvocati, esame con polemica: «Non possiamo promuovere tutti»

Dopo una segnalazione su Instagram, verifiche in corso. L'Unione Praticanti Avvocati: «Racconto totalmente infondato»
Lo screenshot della storia Instagram pubblicata da ilpraticantemedioevale - © www.giornaledibrescia.it
Lo screenshot della storia Instagram pubblicata da ilpraticantemedioevale - © www.giornaledibrescia.it
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Ha destato parecchio scalpore nelle ultime ore una polemica, nata da una storia Instagram pubblicata dalla pagina ilpraticantemedioevale, che riguarda l’esame per l’abilitazione da avvocato sostenuto online dai candidati bresciani, esaminati da commissari di Lecce. L’esame, solo orale a causa delle restrizioni imposte dal contenimento del contagio da coronavirus, coinvolge 475 praticanti residenti nella nostra provincia.

Secondo quanto riportato da un segnalatore anonimo, durante la riunione da remoto un commissario ha lasciato per errore il microfono acceso, dicendo: «Quanti ne avete promossi fino ad ora? Non possiamo promuoverli tutti, stiamo bassi». Un invito non troppo velato a bocciare qualche candidato in più. Un collega avrebbe risposto: «Ho fatto apposta una domanda», come a dimostrare di essere stato già severo al punto giusto. E un altro ha rincalzato: «Io una domanda insidiosa posso farla».

Interpellato dalla redazione del Giornale di Brescia, l’amministratore della pagina Instagram ha spiegato: «Non so se sia vero o meno quanto accaduto. Negli ultimi giorni tantissimi mi chiedono informazioni sull’andamento degli esami e tutta la community prova a capire qualcosa in più su questo esame. Lungi da me lanciare accuse o altro, ho ricondiviso quanto mi è stato inviato». È invece convinta che l’episodio non sia andato come raccontato la dottoressa Claudia Majolo dell’Unione Praticanti Avvocati, che in un comunicato fa sapere: «Quanto asserito è totalmente infondato. Invitiamo tutti i candidati a mantenere la calma e a non divulgare notizie false».

Intervistato da il Quotidiano di Puglia, il segretario dell'Ordine degli avvocati di Lecce Sergio Limongelli ha dichiarato: «Nel momento in cui l'esame si svolge a distanza, si può verificare il rischio di un microfono aperto e di una frase percepita così, con uno stravolgimento di significato, che è stato amplificato, quasi stravolto. Se lo stesso episodio avvenisse in presenza, a tu per tu, sarebbe stato diverso». Il Ministero della Giustizia ha annunciato ulteriori verifiche per indagare la regolarità della prova.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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