Avvinto come l'edera

Perché Sanremo è Sanremo
Nino Frassica con la Hunziker, Baglioni e Favino sul palcoscenico di Sanremo - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Nino Frassica con la Hunziker, Baglioni e Favino sul palcoscenico di Sanremo - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Sarà per la città dei fiori che mi piacciono da sempre. Sarà per quelle canzonette melassa un po’ tutte uguali che ti fanno addormentare che è una meraviglia. Sarà per quel surreale clima da vogliamoci bene che ti fa credere in un mondo migliore. Sarà che quando la Michelle Hunziker è entrata in scena con un vestito tutto di fiori e Claudio Baglioni ha finto di annaffiarli mi è venuto in mente quell’avanspettacolo oratoriano che mi ha visto protagonista in gioventù. Sarà che quando quel genio di Nino Frassica è entrato all’Ariston vestito da maresciallo Cecchini mi è venuto in mente don Matteo in bici e mi sono rasserenato.

Sarà per quello che ogni volta tutti si aspettano salga a sorpresa sul palco per lamentarsi e infatti arriva. Sarà che un tempo tutti canticchiavano le canzoni e ora più nessuno sa dire chi ha vinto l’anno prima. Sarà che per una settimana possiamo essere nazionalpopolari e pippobaudiani senza vergogna alcuna, non come con il Grande Fratello Vip che lo guardo di nascosto perché altrimenti ti saluto l’immagine da intellettuale che si dedica all’orto.

Sarà perché Sanremo è Sanremo, fatto sta che io il festival lo adoro. In passato avevo scritto anche una lettera d’amore in chiave sanremese: «Forse in amore le rose non s’usano più, ed anche se non ho l’età per amarti e il cuore è uno zingaro e va, se stiamo insieme ci sarà un perché, magari ti chiamerò trottolino amoroso e du du da da da. Ti darò il mio cuore se vuoi, se puoi ora parla con lui ora parla con lui». Speravo nelle nostre braccia avvinte come l’edera, mi sono trovato da solo nella terra dei cachi. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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