Avis, i donatori bresciani potranno fare il test sierologico
Come annunciato dall’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, anche i donatori Avis fanno parte del progetto della Banca del plasma: anche loro, se vorranno, potranno sottoporsi al test sierologico e, nel caso in cui abbiano sviluppato gli anticorpi al Covid-19 in misura adeguata e necessaria, potranno donare il loro plasma iperimmune.
La possibilità di sottoporre ai test sierologici gli avisini è allo studio di Avis regionale - che riunisce 11 realtà provinciali - e di Regione Lombardia da diversi giorni, ora i risultati del progetto di studio del Policlinico San Matteo di Pavia sul plasma iperimmune sembrano aver accelerato i passaggi. Certamente prima di dare il via alla fase operativa dovrà essere approvato un protocollo con le linee guida per la donazione.
«Avis informerà i donatori circa lo possibilità di sottoporsi al test sierologico - spiega il presidente di Brescia, Gabriele Pagliarini -. Saranno loro a decidere se firmare o meno il consenso per l’analisi del sangue e di conseguenza per la donazione del plasma iperimmune». Il materiale prelevato dalle sezioni bresciane dell’Avis da sottoporre sarà poi inviate all’ospedale Civile, dove sarà poi materialmente eseguito il test con un kit individuato da Regione Lombardia.
Gli avisini attivi in provincia di Brescia sono circa 34mila. «Già da settimane, per via dell’emergenza sanitaria - ha spiegato ancora Pagliarini -, le donazioni avvengono solo su appuntamento, in modo da evitare assembramenti. Tutti i donatori, inoltre, sono sottoposti a uno screening per accertarci che siano in buona salute e non abbiamo dunque sintomi associabili al Covid-19. Per i nuovi donatori abbiamo creato un’equipe che li riceverà solo in determinate fasce orarie e sempre su appuntamento». Dire da quando sarà consentito agli avisini prenotarsi per eseguire anche il test sierologico non è al momento possibile: una volta varato il protocollo, si spera di partire per la fine di maggio o gli inizi di giugno.
Nel caso in cui il test dovessere risultare positivo, sarà necessario eseguire anche il tampone per essere certi di non essere più contagiosi. Ma, nel caso, non sarà l’Avis a farsi carico della procedura.
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