Auto di servizio per scopi personali: agente condannato a 3 anni

Timbrava il cartellino, ma non restava in ufficio: l'agente doveva rispondere di truffa e peculato
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È stato condannato a tre anni l’agente di Polizia locale di Brescia che utilizzava l’auto di servizio per motivi personali. Alessandro Mattanza, in forza alla Polizia giudiziaria, doveva rispondere di peculato e truffa. Timbrava il cartellino, ma in ufficio non ci stava. Da solo, di notte e senza avvisare i superiori, si recava nella zona industriale della città. Al ritorno però non depositava alcuna relazione sull’operato. Perché per l’accusa si muoveva solo per motivi personali.

Almeno 14 i casi contestati, tutti avvenuti nel 2011 e scoperti dagli stessi colleghi dell’agente di Polizia che lo hanno pedinato di notte. Tra le prove anche i tracciati registrati dal Gps che era stato installato sull’auto di servizio dell’agente Mattanza e il percorso terminava sempre tra i capannoni della zona industriale della città.

Il pm Valeria Bolici aveva chiesto una condanna di tre anni e sei mesi. I giudici si sono fermati a tre anni. Nessun commento dopo la sentenza da parte dei difensori dell’agente, che aveva spiegato di essere stato vittima di vendette di colleghi. Tesi alla quale i giudici non hanno creduto.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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