Auto di lusso a Brescia, è crollo: pesano crisi e fisco
Dalle 5mila vetture di oltre 2.500 cc degli anni fino al 2010 alle 797 del 2013. Le ragioni del pesante calo

AA
Se fino al 2011 le immatricolazioni di auto di lusso avevano retto l’impatto della crisi, dal 2012 si assiste ad un calo, improvviso quanto drastico. I numeri dell’Aci sono inequivocabili. Mediamente, tra il 2008 e il 2010, in provincia di Brescia si immatricolavano circa 5mila autovetture con oltre 2.500 cc di cilindrata, scese a 4.242 nel 2011 e poi precipitate a 951 nel 2012.
Una contrazione del 77% in un solo anno. Un dato che, peraltro, trova conferma nel 2013, con un’ulteriore discesa che porta al minimo storico le auto di grossa cilindrata immatricolate in provincia di Brescia: solo 797.
Colpa della crisi? In parte, senza dubbio. Ma, a ben vedere, i dati dell’Aci riservano qualche sorpresa.
Perché mentre le immatricolazioni delle piccole cilindrate diminuiscono del 6% quelle delle autovetture di grossa cilindrata scendono in modo estremamente più netto? Il calo drastico si manifesta a partire dal 2012. L’anno in cui il Governo Monti introduce il superbollo calcolato in base alla potenza delle autovetture che, a quanto pare, avrebbe sostanzialmente distrutto il mercato delle auto potenti e ucciso una passione tutta italiana e bresciana in particolare.
I rivenditori sono concordi nell’individuare soprattutto due cause. Da una parte il superbollo, voluto dall’ultimo governo Berlusconi e poi perfezionato dal governo Monti, che prevede per le vetture oltre i 185 kW un aggravio di 20 euro per ogni kW oltre la soglia; dall’altra, l’intensificazione e l’efficacia dei controlli fiscali.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Condividi l'articolo
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato