Auto blu, la Loggia paga 29mila euro per le multe
Ecco il conto: 29.200 euro. È il costo delle 14 cartelle esattoriali inviate da Equitalia alla Loggia per le sanzioni stradali raccolte dalle auto comunali dal 2009 al 2012. La maggior parte della spesa riguarda le auto blu in uso al sindaco Adriano Paroli, per almeno 21mila euro. Si tratta, nel caso specifico, di 47 multe: 29 per eccesso di velocità, 18 per omessa comunicazione del conducente.
Con una delibera del 6 dicembre scorso il Comune ha saldato il debito. Tra gli enti creditori rientrano le prefetture di Brescia, Bergamo, Varese, Verona, Mantova e Milano.Ora però, è la Loggia stessa che deve passare all'incasso. Ai dipendenti che hanno violato le regole con l'auto pubblica verranno chieste le somme relative alle sanzioni base. Il discorso vale anche per gli autisti delle vetture a disposizione del sindaco, ma in questo caso Paroli conferma che li rifonderà «per le sanzioni prese quando ero a bordo». «Non li lascio soli», commenta. Se correvano senza il primo cittadino sul sedile posteriore (sono almeno sei episodi, in un caso la velocità rilevata superava i 200 km orari) i conducentri pagheranno invece di tasca propria.
L'affaire non è però ancora chiuso. Le sanzioni sono diventate cartelle esattoriali perché si sono incagliate negli uffici comunali fino a diventare di competenza di Equitalia. L'omessa segnalazione del conducente, gli interessi e le spese di notifica delle cartelle stesse non sono imputabili a chi guidava l'auto. Per quanto riguarda Paroli, le multe valgono 8.588 euro, cui vanno aggiunti 11mila euro per la mancata segnalazione e circa duemila euro in interessi e spese. Chi paga oltre la quota base? La Loggia ha chiesto alla Corte dei Conti come deve comportarsi inviando un fascicolo dettagliato. Si attende una risposta per ripartire le responsabilità tra i diversi settori.
In un primo momento, il sindaco Paroli aveva parlato di un complotto organizzato contro di lui. Una tesi che il direttore generale Alessandro Triboldi non ha mai voluto abbracciare fino in fondo, anche per la difficoltà di dimostrare eventuali atti dolosi compiuti da un singolo funzionario. Il fatto che nelle cartelle siano finite anche sanzioni prese da vari dipendenti, non solo dagli autisti del sindaco, dimostrerebbe poi che il problema riguardava in generale la procedura di smistamento e pagamento delle multe. Andando a scalfire l'ipotesi del complotto ad opera di una eventuale talpa, scomparsa presto dalle cronache sul caso.
Emanuele Galesi
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato