Auto ariete in tabaccheria: via con 6mila euro di bionde

Spaccata portata a segno l'altra notte in via Lamarmora ai danni della tabaccheria al 256, all'angolo con via San Zeno,
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Due auto, una mazza, sei persone, una saracinesca divelta, una vetrina sfondata. Sono questi gli ingredienti della spaccata portata a segno l'altra notte in via Lamarmora. Sono i fotogrammi che hanno tolto il sonno al titolare della tabaccheria al 256, all'angolo con via San Zeno, e sui quali dalla prima mattina di mercoledì lavorano gli agenti della Volante.

Il danno, al netto della riparazione della claire e della vetrina, è di circa 6mila euro, l’equivalente di un migliaio di pacchetti di sigarette. Il bottino è finito nei sacchi tenuti in mano da quattro uomini a volto coperto. Traditi dal baccano, dal viavai e da qualche residente ancora sveglio a quell’ora, insieme all’autista della vettura utilizzata come «ariete», e a quello che, per dare l’allarme in caso di bisogno, girava in tondo attorno alla rotonda sulla quale affaccia la tabaccheria, i quattro non hanno potuto ingrassare il loro bottino. Si sono dovuti accontentare e lasciare la scena appena in tempo, pochi minuti prima dell’arrivo delle pantere della Polizia, di una gazzella dei carabinieri o degli uomini della vigilanza notturna.

Il tutto si è svolto in pochissimi minuti. Le due sono passate al massimo da 10, 15 quando il commando entra in azione. La saracinesca della tabaccheria, automatizzata e dura da divellere, viene assicurata con una fune al gancio di un’auto, rimasta al riparo dalle telecamere di sicurezza. Un’accelerata e la serranda cede. Dalla vettura scendono quattro persone, una impugna una mazza. Tre, quattro colpi e la porta fa la stessa fine. Aperto il varco, la banda entra e punta dritta al banco delle bionde e ne preleva più che può.

La tabaccheria in passato era stata vittima di analoghi colpi. Due le spaccate; in entrambi i casi i malviventi se ne erano andati con le macchinette dei videopoker. I danni in quelle occasioni erano stati decisamente più contenuti. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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