Autisti picchiati, confronto in aula tra Sia e sindacati
Da una parte le Rsu della Sia, a maggioranza Cgil, e la Camera del Lavoro. Dall’altra la Sia Autoservizi con le tre più alte cariche aziendali chiamate a rispondere di lesioni aggravate. Al centro il tema delle aggressioni avvenute negli ultimi quattro anni ai danni di autisti in servizio alla guida di autobus extraurbani e - questa l’ipotesi dell’accusa - le negligenze da parte dell’azienda nel non fare tutto il possibile per tutelare i proprio lavoratori.
Nell’udienza che si è celebrata ieri mattina sono stati ascoltati alcuni degli autisti che avevano subito lesioni per colluttazioni avvenute con i passeggeri e alcuni dei rappresentanti sindacali che hanno ribadito le motivazioni del duro confronto sindacale che si è innescato dalla fine del 2014 e che ha portato a numerosi scioperi e agitazioni da parte dei lavoratori dell’azienda.
La principale richiesta avanzata dai rappresentanti dei lavoratori è stata quella di montare sui mezzi delle paratie che proteggessero la cabina di guida, ritenute l’unico valido strumento per impedire le aggressioni ai danni degli autisti e, quindi, l’unico modo di garantire la sicurezza del viaggio. In cinque casi, è stato ricordato, le prognosi degli autisti hanno superato i 40 giorni.
Il direttore di esercizio della Sia, Roberto Salerno, alla precisa domanda del presidente sulle motivazioni che hanno spinto l’azienda a non concedere le paratie ha spiegato che «la normativa per il trasporto pubblico impone che, per motivi di sicurezza in caso di malore del conducente o di incidente, debba sempre essere possibile aprire la cabina di guida anche dall’esterno» e ha poi aggiunto che «sono gli stessi produttori di autobus che hanno vinto le gare europee bandite dall’azienda (Man e Iveco, ndr) a non prevedere l’installazione di barriere per gli autisti». La motivazione è che «dalle analisi svolte è emerso chiaramente che i problemi di sicurezza che le paratie portano sono superiori ai benefici di protezione che potrebbero portare». L’udienza è stata aggiornata.
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