Attentato al centro vaccinale: i due no vax a processo

Il Riesame ha negato gli arresti domiciliari: Nicola Zanardelli resta in carcere
Il tribunale di Brescia - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Saranno processati ad ottobre, in abbreviato, i due 50enni arrestati lo scorso 1° maggio con l’accusa di terrorismo e porto e detenzione di armi da guerra, per aver lanciato due bombe molotov all’indirizzo del centro vaccinale di via Morelli la vigilia di Pasqua. Si faranno giudicare allo stato degli atti con l’intento di incassare lo sconto di un terzo della pena previsto dal rito.

A Paolo Pluda e Nicola Zanardelli, 52 anni il primo 51 il secondo, il fascicolo peraltro non lascia grandi margini di manovra. Al loro arresto, avvenuto un mese dopo l’attentato che aprì uno squarcio in uno dei tendoni della struttura, gli agenti della Digos e i militari del Ros, arrivarono mettendo in fila immagini, intercettazioni telefoniche ed ambientali eloquenti.

I due furono ripresi negli istanti del lancio delle bottiglie incendiarie, ma anche in quella della loro preparazione. Uno dei due, al telefono con una donna, «ammise» addirittura la loro responsabilità e si diede del «cretino per non avere buttato la bottiglietta di benzina utilizzata per bagnare gli stracci». Dopo diverse settimane in carcere e un ampio interrogatorio reso al pm Francesco Carlo Milanesi, Pluda ha ottenuto i domiciliari. Strada diversa quella scelta da Zanardelli. Il 51enne di Monticelli Brusati ha interpellato il Riesame ed ottenuto risultato opposto. Se la paternità del gesto è certa il processo si giocherà sulle intenzioni dei due. Si tratta di terrorismo come ritiene la Procura o di un gesto dimostrativo come hanno cercato di spiegare i due? Lo sapremo ad ottobre.

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