Assolto per gli abusi:«La madre ha strumentalizzato i figli»

Depositate le motivazioni della sentenza per Saverio De Sario,scarcerato dopo la ritrattazione dei figli e la revisione del processo
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«I due racconti, coerenti, appaiono credibili e si sostengono a vicenda».
Per questo un padre condannato per abusi sui figli è stato rimesso in libertà dopo la revisione del processo ottenuta grazie alla clamorosa ritrattazione degli stessi figli, passati da accusatori a primi difensori del genitore.

«I due ragazzi si sono costruiti vite autonome. Non è dunque nella disperazione dell’esser soli che può trovare spiegazione il loro attuale atteggiamento nei confronti del padre» scrivono i giudici della Corte d’appello di Perugia nelle dodici pagine di motivazioni del processo nei confronti di Saverio De Sario, l’uomo di 48 anni di origini sarde assistito dall’avvocato Massimiliano Battagliola, condannato in via definitiva con sentenza del 14 novembre 2005 a undici anni di carcere e poi assolto da ogni accusa nella revisione del processo lo scorso 21 aprile. Assolto «perché il fatto non sussiste». La vicenda, al centro di un caso nazionale e riportata la prima volta dalla pagine del Giornale di Brescia, è riferita ad un periodo vissuto da Franco De Sario tra la Sardegna, terra di origine, e Brescia, dove lui, la moglie e due figli, Gabriele e Michele, si erano trasferiti. I figli dell’uomo avevano 9 e 12 anni all’epoca delle contestazione di abusi.

«E’ stata nostra madre a dire di mentire» è stata la loro tesi al centro della ritrattazione fornita agli inquirenti nel novembre di due anni fa. Per i giudici umbri «appare ragionevole valutare come nuova la prova testimoniale che provenga da persona che abbia visto mutare le proprie condizioni psichiche, il proprio grado di maturità, le condizioni di vita, così da rendere la testimonianza più affidabile». Nella ricostruzione della corte d’appello di Perugia viene presa in considerazione anche la posizione della madre di Gabriele e Michele, oggi residente a Brescia e che non ha voluto commentare il nuovo capitolo giudiziario.

«La circostanza che fosse Michele, il figlio più piccolo e il più legato alla madre ad accusare il padre, ben si confà alla tesi di un lavoro della donna volto a strumentalizzare i figli, lavoro che su di lui poteva sortire più velocemente ed efficacemente effetti».

 

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