Artematica, un rapporto gestito dalla Loggia

La società di Andrea Brunello arrivò nel 2009 con la mostra sugli Inca. All'epoca Brescia Musei era commissariata.
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Il rapporto di collaborazione tra il Comune di Brescia e Artematica è finito con la definitiva cancellazione della mostra sui Maya. E dire che era stata proprio la Loggia ad introdurre la società di Treviso nel mondo culturale bresciano.

La scelta di Artematica come organizzatrice della mostra sugli Inca venne fatta nel 2009. All’epoca, Brescia Musei era commissariata (la presidenza era retta dalla dirigente comunale Patrizia Serena) ed era direttamente il Comune a curare l’impostazione del rapporto con la società di Andrea Brunello. Nella conferenza stampa di presentazione degli Inca, svoltasi negli uffici della Regione a Milano, Artematica venne definita «braccio operativo» di Comune e Fondazione, all'epoca sostanzialmente gestita dalla Loggia attraverso un commissario-dipendente.

A conclusione della mostra sugli Inca, durante i festeggiamenti per il buon risultato raggiunto, il 27 giugno 2010 l'assessore alla Cultura Andrea Arcai dichiarò: «Il sindaco Paroli ha intuito le possibilità di questa mostra e ha avuto la fortuna di incontrare Artematica, che ne ha curato l’organizzazione». Poco più di un mese prima, il 5 maggio, era stato annunciato il nuovo ciclo di grandi mostre da affidare ancora una volta ad Artematica. Lo stesso Arcai affermò: «C’è già chi parla di "sistema Brescia"», riferendosi all’interazione pubblico e privato e allo spirito con cui venivano organizzate le mostre. E il «sistema Brescia» comprendeva anche il fatto che gli accordi contrattuali con la società di Andrea Brunello fossero predisposti in Loggia e fatti poi ratificare da Brescia Musei. La Fondazione aveva la possibilità di intervenire su una griglia già definita, ma sempre e solo condividendo eventuali scelte con il Comune.

Dunque, così come era stata la Loggia ad accogliere Artematica, ora dallo stesso palazzo ne viene decretata la «liquidazione» dall'esperienza culturale della città. Anche in questo caso, senza coinvolgere nella decisione Brescia Musei. Per il presidente Lechi e per il consiglio, che qualche disagio nei rapporti con Brunello l’avevano sperimentato (vedi la diffida ad usare il nome della Fondazione per pubblicizzare i Maya), il rapporto era in realtà chiuso da tempo. Dal primo gennaio, giorno in cui erano scaduti i rapporti contrattuali con Artematica per la mostra cancellata definitivamente dalla Loggia soltanto nove mesi dopo.

Emanuele Galesi

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