Arrivano anche a Brescia i cartelloni «anti-gender» a scuola di Pro Vita
«Basta confondere l'identità sessuale dei bambini nelle scuole. Stop gender e carriera alias». È il messaggio che da oggi campeggia sui cartelloni firmati dall'associazione «Pro Vita & Famiglia» affissi in centro a Brescia e già apparsi nelle scorse settimane in altre città quali Roma o Firenze.
Il testo è accompagnato dalle immagini delle gambe di un bambino con un grembiule arcobaleno e che su un piede indossa un anfibio e sull'altro una scarpa con il tacco. Con questo messaggio la onlus si scaglia contro le cosiddette teorie gender, termine utilizzato per riferirsi in modo critico agli studi scientifici di genere, e contro la carriera alias, protocollo che offre la possibilità di comparire nella burocrazia interna di un ente o di un’azienda (in questo caso della scuola) con il nome che corrisponde alla propria identità di genere, anche se questo è diverso da quello anagrafico.
«È una campagna questa, che Pro Vita e Famiglia porta avanti da molto tempo in diverse città, ora anche a Brescia» commenta al proposito il professor Massimo Gandolfini, presidente del Family Day, che collabora strettamente con l’associazione promotrice. «L’obiettivo è di sensibilizzare l’opinione pubblica perché, con il pretesto della lotta al bullismo e alla violenza che naturalmente sosteniamo, non venga introdotta nella nostra scuola l’ideologia di gender, educando i ragazzi all’indifferentismo sessuale. Insomma vogliamo segnalare il rischio che l’educazione contro la violenza possa diventare un cavallo di Troia per veicolare un’ideologia che si è rivelata distruttiva in tutto il mondo».
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