Arrestato per terrorismo: Jarmoune è libero, ma sarà espulso
Libero, ma a casa non torna perché nelle prossime ore sarà espulso. Dopo quattro anni in cella ha scontato la condanna Mohamed Jarmoune, il ragazzo di origini marocchine residente a Niardo con la famiglia e arrestato nella primavera del 2012 con l’accusa di addestramento all'uso di armi e di esplosivi per finalità di terrorismo. Fu il primo caso bresciano. Poi arrivarono Anas El Abboubi, Elvis e Alban Elezi, e tutti gli altri cadi di presunti jahdisti scoperti nella nostra provincia.
Nel computer di Jarmoune al momento dell'arresto venne trovato un dettagliato sopralluogo della Sinagoga di via della Guastalla a Milano. Secondo gli inquirenti il viaggio virtuale era stato fatto per colpire il tempio ebraico del capoluogo lombardo. Jarmoune si soffermò soprattutto sulle misure di sicurezza, sul personale presente e sulle possibili vie di uscita.
Gli agenti della Digos trovarono anche un listino dei prezzi relativi a materiali necessari per la fabbricazione di esplosivi. “Voleva fare sul serio” scrisse il Gup Francesco Nappo nelle motivazioni della condanna in primo grado, 5 anni e quattro mesi, nei confronti del giovane in Italia da quando aveva sei anni e che, stando ai giudici bresciani, rispondeva all’identikit del perfetto “guerrigliero di Allah”. In via definitiva era stato poi condannato a quattro anni e otto mesi. Da ieri è libero, ma, come previsto in sentenza, sarà espulso dall'Italia. Destinazione Marocco dove ha vissuto solo nei suoi primi anni di vita.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato