Aria malata, «il protocollo della Regione è un flop»
«Si tratta di misure minime, non in grado di attaccare il problema alla base, ma quanto meno dovrebbe essere obbligatorio per tutti i comuni».
Così Legambiente bolla il Protocollo Aria di Regione Lombardia, sottoscritto nei mesi scorsi con l'Anci, l'Arpa, città metropolitana, capoluoghi di provincia e comuni, Brescia compresa, nel quale si elencano le misure da adottare nei periodi in cui lo smog diventa un'emergenza.
Al protocollo infatti hanno aderito solo 107 dei 520 comuni dell'area critica, fa notare Legambiente, che lamenta l'assenza di controlli sui divieti, le troppe deroghe ai blocchi della circolazione e soprattutto la mancanza di coraggio nella programmazione degli interventi, che non possono essere messi in campo nei periodi di sola emergenza, ma che devono diventare strutturali.
«Blocchi alla circolazione senza deroghe, riduzione della velocità in tangenziale e autostrada (80 e 110 km/h) e controlli più severi». Queste alcune delle misure proposte dall’associazione.
La vera sfida per Legambiente, che da tempo chiede alla Loggia un'accelerazione nell'elaborazione del piano della mobilità sostenibile, sarà cambiare le abitudini dei cittadini, riducendo del 50% entro il 2026 la quota di spostamenti sistematici in auto e di conseguenza l'esposizione dei cittadini alle polveri sottili, la cui tossicità e correlazione con effetti mutageni e cancerogeni è stata dimostrata anche dal recente studio Mapec Life dell'Università degli studi di Brescia.
Iscriviti alle News in 5 minuti per ricevere ogni giorno una selezione delle notizie più importanti.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato