Appello dell’Ant Brescia: serve un bus per fare prevenzione

L'idea è quella di creare un ambulatorio mobile per avviare progetti di screening dei tumori sul territorio un giorno alla settimana
ANT, UN BUS PER LA PREVENZIONE
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L’obiettivo è concreto: acquistare un nuovo ambulatorio mobile Ant. Un bus della prevenzione oncologica itinerante per facilitare gli screening oncologici. Per l’intero progetto che comprende l’acquisto dell’autobus, un migliaio di visite di prevenzione, dispositivi di medicazione e, perché no, anche un utilissimo mammografo, il preventivo di spesa è di circa 300mila euro.

Per raggiungere l'obiettivo, la Fondazione Assistenza nazionale tumori è sostenuta dalla Camera di Commercio di Brescia che si impegna a diffondere il progetto e sensibilizzare tutte le categorie economiche della provincia di Brescia. L'urgenza è tanta perché l'onlus vorrebbe recuperare ciò che non si è potuto fare a causa della pandemia. Un esempio: nel 2019 Ant Brescia ha effettuato 1.897 visite gratuite nei progetti di prevenzione del melanoma, del tumore alla tiroide, al testicolo e alla mammella per le donne giovani. Nei primi nove mesi del 2020 l’emergenza Covid-19, tra le molte sue ricadute negative, ha avuto anche quella di far saltare oltre due milioni e mezzo di screening a livello nazionale, con conseguente rischio di maggiori diagnosi di tumore in fase avanzata, aumento delle spese per le cure e mortalità. Le quasi duemila visite effettuate nell’anno precedente la pandemia dalla Fondazione Assistenza nazionale tumori Brescia equivalgono ad una ventina di diagnosi precoci di tumore mancate.

«Bisogna recuperare il tempo perduto, integrando i programmi di screening dell’Ats Brescia» è stato sottolineato ieri nella sede della Camera di Commercio di Brescia da Raffaella Pannuti, presidente Ant e da Antonio La Marca, delegato Ant Brescia. Con loro, per lanciare e sostenere la campagna per l’acquisto di un nuovo ambulatorio mobile, anche Massimo Ziletti, segretario generale della Camera di Commercio. «La nostra volontà è di essere ancora più mobili» ha sottolineato La Marca, ricordando che Ant, fondata nel 1985, è presente a Brescia da 23 anni e si avvale della collaborazione di trecento volontari. «Ce ne servirebbe qualcuno in più per attrezzare le case degli assistiti», l’appello di La Marca.

Volontari che serviranno ad affiancare i quattro medici, i cinque infermieri e la psicologa che solo nel 2020 hanno assistito gratuitamente a domicilio 405 pazienti, oltre seimila dal 2011. Serviranno a concretizzare il progetto dell’ambulatorio mobile «per rispondere ad un’esigenza sociale urgente e rendere capillare il nostro intervento sul territorio» la motivazione. «Vogliamo ricominciare con la prevenzione se vogliamo evitare un’altra pandemia causata dalla mancanza di controlli - ha spiegato Raffaella Pannuti -. Per questo, siamo propositivi e non intendiamo né rimandare né rinviare. Con il bus della prevenzione per Brescia ipotizziamo di garantire, in fase iniziale, visite itineranti per un giorno alla settimana, dunque per 52 settimane l’anno. Un sogno? No, la solidarietà è senza confini e ne siamo consapevoli - ha concluso la presidente -. L’idea dell’eubiosia, ovvero quella di vivere in dignità dal primo all’ultimo respiro, si è concretizzata con la nascita di Ant nel 1978 per iniziativa dell’oncologo Franco Pannuti. I volontari allora erano tredici. Ora sono migliaia e da allora in tutto il Paese abbiamo assistito 143.978 persone».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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