Appello dell’Ail: «Aiutateci ad ampliare l’Ematologia»

Lavori in corso al Civile, ma costi lievitati di circa 200mila euro, passando da 1,2 ad 1,4 milioni
L’ampliamento dell’Ematologia è al quarto piano, scala 2, al Civile - © www.giornaledibrescia.it
L’ampliamento dell’Ematologia è al quarto piano, scala 2, al Civile - © www.giornaledibrescia.it
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È una sfida continua, una corsa contro il tempo per terminare entro l’anno i lavori di ampliamento del reparto di Ematologia all’Ospedale Civile. Una sfida lanciata dal migliaio di volontari della sezione bresciana di Ail, l’Associazione italiana contro leucemie, linfomi e mieloma presieduta da Beppe Navoni che, ad oggi, ha raccolto 650mila euro per un grande progetto il cui costo finale ammonterà a 1,4milioni di euro.

L’appello

Mentre si avvicina la scadenza di fine anno, termine dei lavori di ampliamento del reparto, si allontana il traguardo «economico» perché i costi, rispetto al preventivo, sono aumentati di 200mila euro «purtroppo dovuto all’aumento dei costi generali e alla condizione economico-finanziaria che il nostro Paese sta vivendo a causa della situazione geopolitica in essere» scrive Ail in una nota. Da qui l’appello, rivolto a tutti, per continuare nella realizzazione di questo grande progetto che migliorerà il soggiorno dei pazienti ematologici in ospedale. I lavori di demolizione della struttura, già sede del Day Ospital ematologico al quarto piano di scala 2 del Civile, sono iniziati a metà giugno e si stanno concludendo proprio in questi giorni. Un periodo delicato, come lo sono tutti i periodi in cui sono aperti cantieri in un ospedale in cui si continua a lavorare e a curare i malati, tant’è che gli operai lavorano in orari poco consueti, ovvero prima dell’apertura del Day Hospital oncologico al terzo piano e nel fine settimana, ad ambulatori chiusi.

I lavori

E, proprio in questi giorni, verranno posizionate le pareti e posati gli impianti per aggiungere quattordici posti letto agli attuali presenti, per un totale di 32 letti di degenza tutti sullo stesso piano. Saranno stanze più ampie, singole e dotate di sistemi di filtraggio di ultima generazione con condizionamento d’aria a pressione positiva, ovvero tale da mantenere pulita l’aria all’interno della stanza, con la garanzia che vengano espulsi i germi che vi si formano.

«Sono stanze necessarie in un reparto come il nostro in cui le infezioni da virus, batteri o funghi rappresentano il principale nemico da cui difendere i pazienti - spiega Alessandra Tucci, direttore facente funzione del reparto -. Le difese immunitarie sono spesso assenti o, comunque, ridotte a causa della malattia o dei trattamenti necessari per curarla. Per questo, l’isolamento e tutti i presidi che possono creare una barriera con l’ambiente esterno diventano lo strumento di prevenzione più potente di cui si possa disporre».

Il futuro

Nella parte in cui si stanno eseguendo i lavori verranno ricavate nove stanze singole con condizionamento d’aria a pressione positiva e cinque stanze singole neutre con la possibilità, per due di essere, di diventare doppie qualora fosse necessario. Ci saranno ambulatori, studi medici e locali di accoglienza per pazienti e spazi per un’assistenza psicologica personalizzata e individuale con quattro psicologhe sostenute dalle Associazioni dei pazienti (oltre all’Ail, anche la Fael che da anni opera a sostegno dell’Ematologia del Civile). L’Ematologia segue oltre ottimila pazienti l’anno.

«In realtà, non è in aumento l’incidenza delle malattie ematologiche, ma lo sono i pazienti - spiega Tucci -: da un lato, si vive più a lungo e queste malattie colpiscono di più gli anziani; dall’altro, aumenta anche l’aspettativa di vita di chi è malato grazie alla disponibilità di più linee terapeutiche. Fino a pochi anni fa, infatti, se una terapia non funzionava, non se ne avevano altre da tentare. Oggi, per fortuna, i trattamenti sono molteplici».

Le terapie

Tra i più innovativi, citiamo le CAR-T, terapie applicate in campo onco-ematologico che offrono una possibilità di cura a pazienti con Linfomi non Hodgkin o con leucemie linfoblastiche che sono andati incontro a ricaduta dopo una o più terapie convenzionali. O gli anticorpi monoclonali bispecifici, molecole ancora sperimentali per la cura della leucemia linfoblastica acuta, utilizzate ne reparto di Ematologia, realtà che partecipa a molteplici studi clinici nazionali e internazionali.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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