Appalti truccati per le mense scolastiche, gli indagati respingono le accuse
Si sono difesi negli interrogatori di garanzia respingendo le accuse e dichiarando la loro estraneità ai fatti contestati William e Massimiliano Fabbro, fratelli al vertice dell'omonima impresa, la Fabbro Food spa, che si occupa di servizi di ristorazione, finiti ai domiciliari il 3 maggio nell'inchiesta della Guardia di Finanza, coordinata dai pm di Milano Giovanna Cavalleri e Giovanni Polizzi. Indagine che ha portato all'arresto in totale di 11 persone per un presunto «sistema» di tangenti e gare truccate per l'affidamento di servizi mensa in scuole e rsa, di pulizie negli uffici pubblici e trasporti in cinque Comuni lombardi: Buccinasco, Cornaredo, Mediglia, nel Milanese, Ranica (Bergamo) e Flero (Brescia), dove comunque non ci sono stati nè indagati nè arrestati.
Nei giorni scorsi avevano scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere, davanti al gip Tiziana Gueli, Massimo Manco, ex funzionario del settore appalti del Comune di Cornaredo (Milano), che avrebbe incassato soldi e una lunga lista di regali, tra cui una bici, e Carmelo Sparacino, presunto «ufficiale pagatore» delle mazzette e che lavorava per la Fabbro Food. Entrambi sono finiti in carcere così come Antonietta Monteleone, commissario in alcune gare finite nel mirino dei magistrati, che nell'interrogatorio ha deciso di rispondere, in parte cercando di difendersi, in parte con ammissioni.
Nel frattempo, gli investigatori della Gdf stanno facendo approfondimenti anche su altri appalti, una decina, con vittorie sospette e che sono stati assegnati pure in altri Comuni lombardi, oltre ai cinque citati nell'ordinanza. Undici i contratti di fornitura di cui si parla già negli atti: in una di queste gare risulta indagato per turbativa d'asta anche Ernesto Pellegrini, ex presidente dell'Inter e titolare dell'omonima azienda.
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