Appalti truccati in Provincia, chiesti fino a 7 anni di carcere
Sette richieste di condanna per gli appalti agli amici degli amici. Sono quelle presentate per alcuni coinvolti nell’inchiesta che nell’aprile 2014 aveva toccato l’assessorato ai Lavori pubblici della Provincia di Brescia.
Un’inchiesta che portò in carcere l’imprenditore Mariano Gaburri e ai domiciliari il funzionario di Palazzo Broletto Pietro Bondoni (*), coinvolgendo in totale dieci persone, accusate a vario titolo di peculato, falso ideologico, abuso d’ufficio, turbativa d’asta, corruzione e istigazione alla corruzione. Oltre a frode in pubbliche forniture e al traffico illecito di rifiuti. Proprio i rifiuti, non pericolosi, finirono sotto il manto stradale della Lenese, della Paullese e della Sp 345 delle Tre Valli in territorio di Collio e Bagolino.
L’accusa ha chiesto sette anni per il funzionario della Provincia Pietro Bondoni, libertà vigilata per Adriano Bortolotti, quattro anni per il dirigente dell’assessorato ai Lavori pubblici del Broletto Carlo Faccin, sei anni per il collega, sempre dipendente dell’Ente, Bortolo Perugini, tre anni per l’imprenditore Mariano Gaburri, due anni e 6 mesi per Piergiuseppe Valentini e due anni per Stefano Zilio.
(*) Il funzionario Pietro Bondoni fu poi completamente scagionato da entrambi i reati che nello specifico gli venivano contestati (turbativa d'asta, per non aver commesso il fatto, e truffa, perché il fatto non sussite) e pertanto assolto dal Tribunale di Brescia con sentenza 4801 del 15 luglio 2016, successivamente passata in giudicato.
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