Antisemitismo, per Emanuele Fiano «la guerra sta peggiorando le cose»
«Se la domanda è, se per la guerra in Medio Oriente ci sia una recrudescenza di antisemitismo, la mia risposta è sì. C’è un dibattito acceso sul rapporto tra antisemitismo e antisionismo. Quest’ultimo è la negazione del diritto dello Stato di Israele ad esistere. È una forma di discriminazione nei confronti degli ebrei».
Emanuele Fiano, ex deputato del Partito Democratico e membro della Comunità Ebraica di Milano, è a Brescia per l’audizione della Commissione Istruzione della Loggia, che sta lavorando per arrivare ad una mozione condivisa, maggioranza-opposizione, sull’antisemitismo.
Un percorso, frutto di un accordo in Consiglio comunale, dove era stata rinviata la votazione sulla mozione del centrodestra che richiamava alla controversa definizione di antisemitismo dell’Ihra, Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto: il punto più discusso è l’equiparazione tra antisemitismo e antisionismo. Quella di Fiano ieri, con Giorgio Zubani, portavoce del Patto bresciano di fraternità interreligiosa, e David Meghnagi, docente di Psicologia della religione, è una delle voci che la Commissione sta ascoltando.
La distinzione
«In Medio Oriente si scontrano due diritti, non un diritto e un torto - chiarisce Fiano - . Non ci sarà mai pace finché non ci saranno due popoli e due stati. Chi vuole cancellare lo Stato di Israele ha un sentimento contro gli ebrei. Altra cosa è la critica ai governi di Israele, che è legittima. Come ebrei siamo straziati dalle migliaia di morti a Gaza». Zubani non vede «un problema di antisemitismo a Brescia, semmai in parte un atteggiamento antislamico. Dobbiamo lavorare per la fratellanza».
Massimiliano Battagliola (Civica Fabio Rolfi sindaco) chiede: «Su quale base afferma che a Brescia vi sia un problema antislamico e cosa ha da dire sulle scritte antisemite apparse sui muri nella nostra città (presentate, con fotografie, in una commissione capigruppo, dal centrodestra, ndr)?». Zubani risponde: «Forse mi sono espresso male. A Brescia non c’è né un anti islamismo né un antisemitismo espliciti». Meghnagi ricorda che «il governo Conte ha approvato solo la prima parte della definizione dell’Ihra, poi con Draghi una commissione ha elaborato linee guida, recepite dall’esecutivo Meloni. Sarebbe utile lo facessero anche i Comuni».
Pietro Ghetti (Pd), presidente della Commissione: «A Brescia non abbiamo gravi situazioni di antisemitismo, ma ci sono associazioni di estrema destra che non rinnegano le leggi razziali. Realtà che riescono purtroppo ad arrivare anche nelle scuole».
Carlo Andreoli (Fratelli d’Italia) replica: «Spero che non si riferisca alle associazioni che riportano nelle scuole la storia delle foibe», e Simona Bordonali (Lega) chiede: «Ci dica quali sono le associazioni e in che scuole sono entrate, perché dovremmo prendere una posizione unitaria e segnalare». Secca la replica di Ghetti: «Consigliere Andreoli, non mi metta in bocca parole che non ho detto».
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