Ancora più libri in metropolitana grazie a «Book Box in metro»

L'iniziativa di Fobap, nata del 2018, si può trovare alle fermate di Sant’Eufemia Buffalora, Sanpolino e Poliambulanza
BOOK BOX IN METRO
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Piccole biblioteche nelle stazioni della metro, con i libri che compiono un viaggio di mano in mano, di viaggiatore in viaggiatore. Nato nel 2018 alla fermata metro di Sant’Eufemia Buffalora da un’idea di Fobap Anffas onlus, prima dell’interruzione dovuta alla pandemia, ricorda l’assessore Federico Manzoni, il progetto «Book Box in metro» si amplia e si rinnova, rafforzando la collaborazione con Brescia Mobilità. Le biblioteche «sotterranee» ora si trovano anche nelle stazioni di Sanpolino e Poliambulanza e la grafica è fresca e colorata.

Come funzionano?

Chiunque può prelevare liberamente un libro, leggerlo durante l’attesa della metro, in viaggio e a casa e poi riportarlo, entro una settimana, in modalità bookcrossing. La particolarità è che a prendersi cura dei libri sono persone con disabilità seguite da Fobap che mettono le loro energie a beneficio e a servizio della comunità, verificando periodicamente lo stato della biblioteca, rifornendola se necessario e tenendola in ordine.

Nicolò, uno dei ragazzi che si occupano di Book Box, spiega: «È una libreria utile perché le persone possono leggere e imparare ad esprimersi meglio». Marco Medeghini, direttore generale di Brescia Mobilità, sottolinea: «Al centro del progetto ci sono i ragazzi che si occupano dell’iniziativa per i quali rappresenta un’importante occasione per dare il proprio contributo alla comunità».

Brescia Mobilità e Fobap aggiungono un altro tassello alla loro collaborazione, con corsi di formazione ad hoc, che saranno avviati nei prossimi mesi, rivolti a controllori o altro personale a contatto con il pubblico per aiutarli nel rapportarsi alle persone con autismo. Chi parteciperà ai corsi avrà modo di approfondire la conoscenza dei disturbi dello spettro autistico, con il fine di rendere il trasporto pubblico sempre più sensibile e accessibile. Giorgio Grazioli, presidente di Fobap Anffas: «È bella l’idea di Book Box così come sono importanti i corsi di formazione perché sono il segno di un’ulteriore attenzione verso i fragili». Silvia Bergamini, responsabile del centro socio-educativo di Fobap Anffas conclude: «Con Book Box abbiamo avuto un buon riscontro».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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