Ambiente, Rosy Battaglia alla Gen Z: «Siete meglio degli adulti»
La Generazione Z è quella che sa e che se non sa s'informa. Diffida dei grandi proclami e le cose vuole provarle e capirle. Specie se riguardano temi per lei preziosi come l'ambiente, su cui adolescenti e ventenni vogliono vederci chiaro per richiamare all'ordine gli adulti e pretendere che si mettano insieme per riparare i danni che hanno causato. Per tutto questo, dice Rosy Battaglia, sono «meglio degli adulti e vanno ascoltati».
Questa attenzione viva alla questione ambientale si è vista anche stamattina all'istituto Mantegna, in via Fura, durante il convegno «Obiettivo ambiente: la Terra in primo piano» organizzato dalla Commissione scuola Anpi Dolores Abbiati di Brescia che ha coinvolto gli studenti di vari licei e istituti bresciani insieme all'ospite d'onore Rosy Battaglia, giornalista e documentarista d'inchiesta.
Le classi dei licei Arnaldo, Calini, Gambara, De André e degli istituti Golgi e Perlasca di Idro hanno presentato i lavori che hanno svolto per approfondire il tema dell'ambiente sulla scorta della recente decisione della Camera di modificare la Costituzione agli articoli 9 e 41 per introdurre la tutela dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi nella carta primaria della repubblica italiana. I gruppi hanno toccato macro temi come il consumo di suolo, land grabbing, green washing, ma portato anche tanti esempi concreti e inchieste con focus su Brescia, come lo studio della gentrificazione e della riqualificazione del quartiere Carmine.
Ed è stato proprio il loro approccio metodico, con la citazione puntale delle fonti, che ha fatto dire a Rosy Battaglia - fra le altre cose presidente della piattaforma di civic journalism Cittadini Reattivi e autrice di una doc-inchiesta su Brescia uscita nel 2020 «Io non faccio finta di niente» -: «Voi siete già cittadini scientifici, cioè consapevoli e informati di ciò che riguarda l'ambiente. Quindi non ascoltate gli adulti che vi dicono che le cose non cambiano. Cambiano, se vogliamo».
Per la documentarista l'introduzione dell'ambiente nei principi fondamentali della Costituzione rappresenta «una vittoria, ma in grave ritardo», visto che se ne parla dalla Conferenza delle Nazioni Unite sull'ambiente umano di Stoccolma nel '72. È tuttavia un passo avanti, ha detto, che si inserisce in una scia di maggiore sforzo di sensibilizzazione di cui fanno parte la legge contro gli ecoreati del 2015 ma anche l'enciclica di papa Francesco Laudato Si'.
I progetti delle scuole sull’ambiente sono tanto più fondamentali in una provincia come quella di Brescia, ha insistito Battaglia, «che fa parte di una delle regioni più cementificate d'Italia e dove il problema dell'inquinamento atmosferico è enorme. Ma Brescia è anche una delle città più combattive, con una grande tradizione di educazione civica, che avete nel dna». Un simbolo per tutti è Marino Ruzzenenti, lo storico ambientalista che nel 2001 ha scoperchiato il caso Caffaro con il suo libro «Un secolo di cloro e Pcb» e in tutti questi anni ha continuato a chiederne conto (l'ultimo saggio «Veleni negati» è uscito a dicembre scorso). Citando Ruzzenenti, presente stamattina al Mantegna, l'invito di Battaglia agli studenti è quindi di «chiedere, chiedere sempre. Per raccontare le ingiustizie ma anche le storie di riscatto e resilienza che da quelle nascono».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato