Ambiente, mobilità casa, cultura e salute: le sfide da vincere per il futuro di Brescia

Campus Edilizia diventa Fondazione: sarà uno strumento per il confronto sulle azioni e le strategie
In Vanvitelliano l'intervento della sindaca Laura Castelletti
In Vanvitelliano l'intervento della sindaca Laura Castelletti
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Riqualificare le aree industriali dismesse e risanare la Caffaro. Recuperare alla residenza gli edifici vuoti o malmessi ed aumentare la disponibilità di alloggi per gli studenti fuori sede. Rafforzare l’offerta universitaria, riportare alla luce il teatro romano, valorizzare il Castello. Sostenere il Terzo settore e il mondo del volontariato, costruire il tram e allungare la metropolitana, ampliare i parcheggi scambiatori ai capolinea, potenziare il trasporto pubblico con la provincia.

L’elenco è lungo. Politiche, azioni, opere, infrastrutture per proiettare Brescia nel futuro, facendo crescere la sua competitività rispetto alle altre città italiane. Molto c’è da fare, soprattutto se si guarda oltre i confini nazionali. Brescia si colloca in buona posizione nelle classifiche nostrane, ma è molto indietro nel confronto con molte città europee ad essa omogenee. «Next vision Brescia. Riflessioni condivise per la Brescia di domani» è il titolo del convegno promosso ieri da Campus Edilizia Brescia. Tante voci delle istituzioni, della cultura, dell’economia e del sociale chiamate contribuire allo sforzo di declinare una prossima visione di Brescia. Ma non solo di essa.

Modello

La città, ha sottolineato la sindaca Laura Castelletti, vuole diventare «un modello europeo di sostenibilità e rigenerazione urbana», un percorso che «deve coinvolgere i Comuni dell’hinterland, perché su temi tanti importanti serve una pianificazione a livello di area metropolitana». L’incontro ha rappresentato il punto finale e allo stesso iniziale di un cammino. L’arch. Lorenzo Bellicini, direttore del Cresme (Centro di ricerche economiche, sociologiche e di mercato nell’edilizia), ha presentato i risultati della doppia indagine realizzata nei mesi scorsi per conto di Campus Edilizia.

Ascolto

Da una parte l’attività di ascolto svolta dal Cresme, che ha coinvolto associazioni, Terzo settore, categorie economiche, sindacati, fondazioni chiamati ad esprimere la loro opinione su cosa sia importante fare a Brescia, cosa manca, quali sono i vuoti da riempire. Dall’altra, l’analisi dei punti di forza e delle debolezze della città e del territorio provinciale nel contesto italiano e internazionale. Il tutto consegnato alle istituzioni, alla società civile, al mondo economico. Ieri, in aggiunta, è stata annunciata la trasformazione l’anno venturo di Campus Edilizia in Fondazione del Terzo settore.

La Loggia (se il Consiglio comunale approverà la proposta della Giunta) sarà tra i soci fondatori con l’Ance (l’Associazione dei costruttori guidata da Massimo Angelo Deldossi) e da Confindustria. Nato nel 2017, Campus riunisce una dozzina di realtà istituzionali e della filiera delle costruzioni per migliorare l’immagine del settore e sviluppare programmi di rigenerazione urbana.

Fondazione

L’intento è di farne uno strumento operativo più strutturato, un luogo dove, secondo l’assessore all’Urbanistica, Michela Tiboni, più soggetti potranno «condividere visione, strategie, progetti, idee sulla Brescia futura nel segno della corresponsabilità». Nessuna delega di ruolo, hanno precisato Tiboni e Castelletti: «Le decisioni spettano all’Amministrazione comunale».

L’importanza di un lavoro comune da parte di tutti i soggetti è stata sottolineata da Bellicini. Brescia e la sia provincia potranno accrescere la competitività «soltanto collaborando su un progetto di futuro basato su una visione strategica di cosa vogliono diventare».

La competizione territoriale con le altre città (italiane e straniere), ha spiegato Bellicini, si gioca su cinque piani: la qualità del lavoro, la qualità della vita, la capacità di visione e la capacità del fare; elementi che insieme accrescono la reputazione, attirando persone, risorse e investimenti.

Brescia sconta alcuni, fondamentali punti di deboli. I problemi ambientali, il livello di insicurezza dato dalla microcriminalità, lo scarso livello di istruzione universitaria (pochi laureati, un paradosso per una città con due università), la limitata propensione ad innovare. Ostacoli che limitano i benefici dei punti di forza: l’economia (che però non trova le professionalità richieste), la crescita demografica (per quanto contenuta), la forza del turismo, la qualità delle strutture sanitarie.

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