Alpini e aviatori: in Loggia rivive il loro coraggio

Le gesta di alcuni eroi della Grande guerra sono state raccontate da relatori d’eccezione
STORIE DI ALPINI AVIATORI
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La Grande guerra in Adamello come non ci è stata raccontata a scuola, tratteggiata disseppellendo dalla memoria i nomi degli eroi, aviatori e alpini, e le loro gesta. Protagonisti della straordinaria lezione «Nel cielo tra i monti, alpini e aviatori, 1917-1918» - svoltasi ieri mattina nel salone Vanvitelliano di palazzo Loggia - sono stati gli «uomini d’acciaio» che hanno combattuto tra i cieli e le cime dell’Adamello, chi accampato in vetta in compagnia di temperature spinte a -30 gradi, chi sorvolando senza ossigeno di supporto gli eserciti con aerei pionieristici scoperti, su cui ci si difendeva del vento solo con casco di cuoio e occhialoni.

A far rivivere il loro coraggio, la loro forza, e la loro estrema vitalità sono stati lo scrittore Eugenio Baresi («Il forte legame di Brescia con alpini e aviatori»), lo scrittore e storico Paolo Varriale («Storia di imprese e uomini nei cieli delle nostre montagne»), e il presidente dell’Ana di Brescia, Davide Forlani («La guerra sui monti, nel gelo il fuoco del sacrificio»). A organizzare l’evento sono stati l’Ana di Brescia e l’Associazione Arma Aeronautica, sostenuti da Assoarma, dal Comune e dalla Prefettura.

L’esordio di Baresi è stato tutto un programma. «A Brescia ci sono stati personaggi incredibili, che con la loro grande energia hanno influenzato sia l’ambito bellico, sia il dopoguerra, di cui sono stati allo stesso modo protagonisti. Come dimenticare il pilota Giovanni Ravelli, insignito con tre medaglie d’oro al valor militare, un campione di volo come di motociclette che con le sue gesta ha ispirato il simbolo storico (l’aquila) della Moto Guzzi? E come non ricordare che a Brescia nel 1958 facevano base a Ghedi i celebri Diavoli rossi, o che le Fiamme verdi sono state fondate ai piedi del colle Cidneo dall’emblema della resistenza cattolica Teresio Olivelli?».

Come precisato da Varriale «è targato Brescia anche uno degli episodi che hanno cambiato l’attenzione verso l’Aeronautica del governo italiano, arrivato con l’indisturbato bombardamento austriaco alla Metallurgia Tempini». Uno spettacolo da brividi invece «è andato in scena nei cieli sopra l’Adamello il 25 maggio del 1918, quando un aereo impegnato nell’operazione Presena, pilotato da Cassinelli, riuscì ad atterrare sul Pian di Neve con due motori fuori uso».

«Sull’Adamello sono passati uomini che l’Italia non deve scordare - ha precisato Forlani - da Cesare Battisti a Leonida Bissolati, Carlo Emilio Gadda e i fratelli Calvi», ricordando poi come «i morti non fossero solo per bombe e pallottole: nell’inverno 1915-1916 ci furono 400 valanghe che provocarono 600 vittime». L’ultima curiosità ce l’ha raccontata il presidente di Assoarma, Vanni Scacco: «La prima azione bellica della storia con gli aerei l’ha compiuta l’Italia nel 1911, in Libia, nella guerra italo-turca».

 

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