All'ex ospedale sant’Orsola uffici, appartamenti per anziani e ambulatori

Questo il piano per l'area tra via Vittorio Emanuele II e contrada Cavalletto. L'obiettivo è approdare in Consiglio comunale a fine mese
L'ingresso dell'ex ospedale in via Vittorio Emanuele II a Brescia - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
L'ingresso dell'ex ospedale in via Vittorio Emanuele II a Brescia - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
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C’è la promessa di un raggio di luce. Certo, servono ancora molti passaggi per veder rinascere un’ampia area di Brescia definita, non a caso, «buco nero» della nostra città. È quella in cui sorge il grande complesso dell’ex Ospedale Sant’Orsola e, proprio di fronte, dell’ex Ospedale dei Bambini «Umberto I».

Se per quest’ultimo, tuttavia, non ci sono progetti a breve, per la struttura di proprietà dell’Ordine ospedaliero San Giovanni di Dio Fatebenefratelli, il percorso iniziato nel 2019 con la prima richiesta al Comune di adozione del piano attuativo in variante al Pgt, Piano di governo del territorio, sta giungendo al termine, almeno per la parte amministrativa.

Ieri c’è stato un primo passaggio illustrativo del progetto in Commissione consiliare Urbanistica, cui ne seguirà un altro la prossima settimana. L’obiettivo è approdare in Consiglio comunale già entro fine mese.

Cosa ne sarà, dunque, dell’edificio dismesso da più di dieci anni e spazi adiacenti costituiti, nel complesso, da circa 26.800 metri quadrati di superficie lorda di pavimento (parametro urbanistico che identifica la superficie lorda di un piano, ovvero quella racchiusa entro il profilo esterno delle pareti) compresa tra via Vittorio Emanuele II (già ingresso principale dell’ospedale e del Pronto soccorso), contrada Cavalletto e via Moretto? Intanto, nel calcolo della superficie, si deve stralciare la chiesa di Sant’Orsola e l’edificio a fianco, sede del Noviziato europeo dei Fatebenefratelli che rimarranno di proprietà dell’Ordine ospedaliero.

Uno scorcio dell'edificio, ormai in stato d'abbandono - © www.giornaledibrescia.it
Uno scorcio dell'edificio, ormai in stato d'abbandono - © www.giornaledibrescia.it

Per il resto, le tipologie di offerta sono differenti e sorgeranno su un totale di oltre 16mila metri quadrati: ai diecimila di superficie massima prevista dal Pgt se ne aggiungono altri seimila circa che la normativa consente di poter attribuire al richiedente, a fronte di un meccanismo di valorizzazione di un servizio di interesse pubblico. In sostanza - lo hanno spiegato ieri in Commissione l’assessore Michela Tiboni e l’architetto Alessandro Abeni - la metratura ulteriore viene concessa in subordine all’intervento di ristrutturazione di un Padiglione dell’Istituto di ricerca e cura a carattere scientifico «Centro San Giovanni di Dio» che i Fatebenefratelli gestiscono in via Pilastroni dove vanno di pari passo la ricerca e la cura della malattia di Alzheimer(si legga al piede della pagina).

Nuova vita alle strade

Dopo la ristrutturazione dell’area ospedaliera dismessa da dieci anni, su via Vittorio Emanuele II ci saranno uffici e un ambulatorio di medicina generale su espressa richiesta del Comune. Su via Moretto verranno ricavati alcuni appartamenti per anziani autosufficienti (senior living) gestiti dal gruppo francese Domitys, leader in Francia e presente in Italia con una residenza a Bergamo, aperta poco prima della pandemia. «Domitys rappresenta la nuova frontiera italiana della vita indipendente in appartamenti pensati su misura per gli anziani, comprensivi di tutti i comfort necessari per vivere in piena sicurezza e autonomia ma con un team di professionisti sempre a disposizione» si legge nel sito del gruppo. Alloggi riservati con a disposizione ristorante, palestra, piscina e portineria

L'ospedale Sant'Orsola, chiuso da 10 anni, in una foto del 2005 - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
L'ospedale Sant'Orsola, chiuso da 10 anni, in una foto del 2005 - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it

Ancora, su contrada Cavalletto ci sarà l’ingresso alle residenze libere. Verranno realizzati anche due piani interrati di parcheggi, per una superficie pari a circa il 30% della totale dell’edificazione.

La demolizione dell’esistente avverrà in due fasi, come è stato illustrato ieri in Commissione e i muri rimarranno in piedi fino alla fine dei lavori. Sarà conservata la facciata storica su via Vittorio Emanuele. Ci saranno passaggi ciclopedonali pubblici che collegheranno via Vittorio Emanuele, via Moretto e contrada Cavalletto.

Cessioni e vantaggi

Nello schema di convenzione con il Comune, sono stati previsti i diritti di edificare per i seimila metri quadrati eccedenti quelli previsti dal Pgt e sono subordinati alla cessione gratuita al Comune, da parte della Fondazione della Comunità Bresciana, dell’area della superficie complessiva di oltre 61mila metri quadrati nei pressi del casello autostradale di Brescia centro che sarà oggetto di riforestazione da parte della Provincia.

Dibattito acceso in Commissione su oneri, diritti, cessioni e prospettive di rilancio della zona. La discussione proseguirà e - come ha sottolineato Michela Tiboni - «i margini per apportare modifiche ci sono». Spiega l’assessore: «Fermo restando che stiamo ragionando di un’area dismessa, e non libera, definita a ragione buco nero dal consigliere Tacconi e la cui rigenerazione ha un valore enorme per la città perché porterà forme diverse di residenzialità e se la zona è abitata, a trarne beneficio sarà tutto il tessuto sociale, non ultimo quello commerciale con i negozi di vicinato».

Ancora: «In questa operazione, lunga e complessa, il Comune ha avuto e ha un ruolo di regia, ma non può sostituirsi nelle scelte ad una proprietà privata. Certo, si valutano i pro e i contro, ma è evidente che se chi costruisce chiede di fare appartamenti per anziani, non possiamo imporre una Rsa».

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