Allarme furti, appello del prefetto Laganà: «Rilanciare il controllo di vicinato»

Paola Dall’Asta dell’Ancv: «Nel Bresciano ci sono gruppi in 22 Comuni e ne stanno nascendo di nuovi»
Un furto in abitazione - © www.giornaledibrescia.it
Un furto in abitazione - © www.giornaledibrescia.it
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Le pattuglie sono sulla strada. Come prima e più di prima. Sulla base delle denunce e delle segnalazioni le forze di Polizia individuano gli obiettivi sensibili, fanno prevenzione dove è possibile e repressione, perseguendo i colpevoli, quando i fatti sono comunque accaduti. Ma si può e si deve fare di più contro i furti in abitazione, coinvolgendo le amministrazioni locali e i cittadini.

Ne sono convinti il prefetto Maria Rosaria Laganà, il comandante provinciale dei carabinieri colonnello Vittorio Fragalà e il presidente di Confapi Brescia, Pierluigi Cordua che ieri mattina in piazza Tebaldo Brusato hanno presentato il video di consigli per le famiglie realizzato da Arma e Confapi.

Le valutazioni

Nel corso della presentazione, il prefetto, pur senza dare numeri, ha ammesso che «percepiamo chiaramente il fenomeno, la sensazione di insicurezza dei cittadini. In questo periodo i furti riprendono dappertutto, ci sono stati episodi diversi tra loro (dal magazzino di abbigliamento alle batterie delle auto, dalle ville in Panoramica agli appartamenti nei quartieri popolari, ndr) che abbiamo seguito e su cui ci sono indagini in corso». Nell’ultima riunione del Comitato provinciale ordine e sicurezza, che riunisce i vertici delle forze di polizia, «si è parlato della questione e abbiamo diffuso un vademecum di consigli utili» ha detto ancora la Laganà. «Nella prossima riunione - ha concluso - inviteremo anche i sindaci perché vogliamo rilanciare i progetti di controllo del vicinato».

Sulla situazione in provincia ha parlato il colonnello Fragalà (l’Arma persegue l’86% di tutti i reati denunciati) che ha ricordato come «le pattuglie su strada ci sono sempre e sono moltissimi anche i casi, che non fanno notizia, in cui intercettiamo persone "fuori posto" in quel quartiere o in quel paese, con arnesi da scasso oppure con oggetti per offendere».

Gli strumenti

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FURTI, COME TUTELARSI

Per il colonnello si stanno «rivelando sempre più importanti, accanto alle immagini delle telecamere private, le riprese dei Comuni. Le telecamere più vecchie sono da rimpiazzare, quelle più moderne ci permettono di vedere in tempo reale cosa accade». Un tema che anche il prefetto ha toccato, ricordando che «periodicamente dal Ministero ci sono fondi a disposizione degli enti locali».

Alla proposta del Prefetto risponde direttamente Paola Dall’Asta del coordinamento nazionale dell’Associazione Nazionale Controllo di Vicinato «a Fornaci ho fatto partire il primo gruppo nel 2015. Ora al progetto hanno aderito 22 Comuni e a Brescia, che non ha aderito come amministrazione, sono comunque attivi una quindicina di gruppi e altri si stanno formando».

Per la signora Dall’Asta è fondamentale far capire «che non si tratta di ronde e non ci si mette ad agire direttamente. Si controlla la propria via, una zona che si conosce e in cui, immediatamente, si notano le cose che non funzionano. Una ronda che viene da fuori rischia di interpretare male cose che sono normali e non accorgersi dell’anomalia».

Nello specifico «sulla base di un protocollo nazionale che è stato condiviso dalle prefetture, si formano dei gruppi di cittadini che tengono d’occhio la propria zona e che segnalano tempestivamente ai referenti delle forze di Polizia quello che sta accadendo». Per la donna «è decisivo l’impegno delle istituzioni ma ancora di più la partecipazione delle persone. In città, anche senza il Comune, siamo attivi da anni».

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