Allarme cattedre: in pensione una generazione di insegnanti
Per gli studenti manca poco all’agognato «arrivederci a settembre», con la fine delle lezioni ormai imminente, al termine della prossima settimana. Per l’amministrazione scolastica, al di là delle incombenze di giugno per gli esami di Stato che concludono il primo e il secondo ciclo dell’istruzione, già si profila l’estate «calda» delle operazioni che preludono all’avvio del nuovo anno. Sulla domanda di sempre - si potrà iniziare con i docenti seduti regolarmente in cattedra? - incombe più di un’incertezza ed è la grande ondata dei pensionamenti in preventivo a complicare i calcoli questa volta.
Nella nostra provincia le assegnazioni sui posti liberi lasciano ogni anno cattedre vuote, da affidare a supplenti. Ai vuoti rimasti alla fine delle operazioni dello scorso anno si aggiungeranno per l’inizio di settembre quelli lasciati dai docenti che hanno presentato domanda di pensionamento. Alquanto numerosi, considerando che raggiunge l’età utile una generazione entrata nella scuola in anni di importante crescita. In Italia sono 42.050 le domande inoltrate dal mondo della scuola alle due scadenze di dicembre e di febbraio, rispettivamente per le quiescenze ordinarie e per la «quota 100», raggiungibile con la somma di 38 anni di contributi ai 62 anni di età.
I numeri bresciani. Nelle 4.895 domande di personale scolastico della Lombardia, Brescia conta la ragguardevole cifra di 806 aspiranti alla cosiddetta quiescenza. Sono 605 gli insegnanti pronti a lasciare la scuola, equamente divisi (295 e 310) tra pensionamento ordinario e quota 100. Da parte del personale Ata (amministrativo, tecnico e ausiliario) le domande sono state 101 e 96, 197 in tutto e si arriva al totale di 806 con l’aggiunta di quattro insegnanti di religione.
Domande al vaglio. Al vaglio delle domande segue la conferma da parte dell’Inps e sui numeri definitivi si dovrebbe definire l’organico «di diritto», ossia il numero dei posti a disposizione per le nomine in ruolo. Non sarà facile colmare i vuoti per il 1° settembre, data d’inizio ufficiale del nuovo anno scolastico e forse nemmeno per il 12, giorno d’apertura delle scuole agli studenti, considerando che i numeri sono sempre destinati a crescere, con l’aggiunta di ulteriori vuoti in «organico di fatto».
Le carenze. Mancano, per diverse classi di concorso e in particolare per il sostegno, docenti con idoneità riconosciuta per l’assunzione stabile e si attende dai concorsi e dai percorsi abilitanti, banditi o promessi, la soluzione a un problema di vecchia data e che quest’anno rischia di aggravarsi.
I concorsi. Sono in fase di svolgimento le prove del concorso straordinario per la scuola dell’infanzia e primaria. La stabilità sul posto è certo importante ai fini della qualità dell’istruzione, con la continuità didattica dei docenti da una parte e la presenza stabile di chi dirige e amministra dall’altra. Dai concorsi si attendono anche nuovi dirigenti scolastici (già ne mancano 35 per le scuole della provincia di Brescia e altri pensionamenti sono in preventivo) e nuovi dirigenti amministrativi.ScuolaStudenti in vacanza, estate calda per gli uffici
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