Alice nel bòsc delle meraviglie

La lezione bagossa e la fortuna dei carichi leggeri
Alice nel paese delle meraviglie nella versione Disney
Alice nel paese delle meraviglie nella versione Disney
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«La maraèa la stà apì a l’ös» (la meraviglia se ne sta dietro l’uscio). Cosa ci racconta questo proverbio? Che chi si stupisce delle vicende altrui, magari criticandole, può ben presto ritrovarsi nella stessa situazione.

Nella parlata dei nostri nonni, infatti, l’espressione «fà le maraèe» significa proprio criticare l’operato di altri. Il proverbio è custodito dalla bella raccolta «Ci davamo del vö» firmata una decina d’anni fa dallo scomparso Fiorino Bazzani, cultore del dialetto bagosso. E lo stesso Bazzani quando deve tradurre l’italiano «meraviglia» - come nella sua versione di «Alice nel paese delle meraviglie» - parla invece di «straédar». Uno «stravedere». Solitamente il dialetto bresciano per indicare il meravigliarsi usa l’espressione «só stàt ciarìt», cioè un po’ stupìto e un po’ (momentaneamente) stùpido. Entrambi dal latino «stupére»

Una sorridente meraviglia mi ha invece preso quando pochi giorni fa mi ha scritto il professor Graziano Melzani, che con Fiorino Bazzani ha firmato le due edizioni di «Il dialetto di Bagolino». Ho avuto il piacere - quarant’anni fa - di avere il professor Melzani come docente di latino al liceo. Mi ha scritto per segnalarmi un mio errore nell’ultima rubrica (ho scritto «hibernus tempus», ma la concordanza corretta è «hibernum tempus»). I maestri veri non smettono mai di insegnare, con generosa puntualità. E per mia fortuna la guerra contro l’ignoranza non è mai perduta definitivamente. Va combattuta passo passo. Perché - come ricorda Bazzani nella sua raccolta - «càrga legéra la disbrìga ’l bósc» (con carichi leggeri si libera il bosco).

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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