Alfano: «Vinceremo Loggia, Regione e Governo»

Per il leader del Pdl «la chiarezza dei nostri programmi è l'arma vincente sulla confusione del centrosinistra».
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«Non puntiamo a vincere al Senato come luogo del pareggio, ma per confermare il successo che avremo alla Camera. In questa realizzata rimonta, che resterà negli annali della storia politica nazionale, siamo confortati dai sondaggi: ci danno a meno due punti dal centrosinistra, ma loro perdono consensi, noi continuiamo a crescere». Angelino Alfano, coordinatore nazionale del Pdl, l'uomo che Berlusconi propone come presidente del Consiglio dei ministri in caso di vittoria del centrodestra - lui spiega: «Il leader è Berlusconi, come dimostra la strabiliante crescita dei consensi che sta avvenendo grazie alla chiarezza delle sue proposte; prima vinciamo poi, insieme agli alleati, decideremo chi indicare al Capo dello Stato come guida del Governo» - fa tappa a Brescia, al Park Hotel Ca' Noa, per chiedere ai quadri bresciani del suo partito «di contribuire all'ultimo scatto».

Alfano ripete la sintesi delle politiche economiche liberali del Pdl, opposte, insiste, al binomio Bersani-Vendola condizionato dal peso della Cgil: «Abolizione dell'Imu sulla prima casa e sui terreni e fabbricati funzionali alle attività agricole e restituzione dell'Imu 2012 a chi l'ha pagata. Per incentivare le assunzioni, e dare un colpo decisivo alla disoccupazione, legiferare che le imprese che assumono personale a tempo indeterminato non paghino per 5 anni né contributi né tasse sui nuovi assunti. Ridurre il costo dello Stato, oggi di 800 miliardi, e il debito pubblico, di 900 miliardi. Effettuare il taglio della spesa pubblica non è, come sostiene la sinistra, ridurre la spesa sociale, tagliare i servizi sanitari, ma riorganizzare la macchina dello Stato. Cosa che loro non sanno e non vogliono fare. Così aumentano le tasse e pensano ad una nuova patrimoniale di 40 miliardi di euro che colpirà non solo i grandi patrimoni ma ancora una volta il ceto medio. Rivedere la riforma del lavoro targata Fornero del governo Monti, che ha creato esodati e disoccupati, mentre il governo Berlusconi ha mobilitato 38 miliardi di euro di ammortizzatori sociali».

Alfano affronta il nodo del rapporto con l'Europa: «Con Monti, e Bersani si affretta a fare altrettanto, festeggiano sempre Francia e Germania. La differenza è che noi vogliamo più Italia in Europa, loro più Europa in Italia. L'Istat documenta che con Monti sono crollati i consumi e viviamo una fase di impoverimento che ci riporta al 1990. Nella ricetta economica della sinistra non c'è una proposta che favorisca la ripresa dell'Italia».

Sul fatto che il Pdl si sia disarticolato e la Lega sia in posizione critica, Alfano sostiene che «la formazione di Fratelli d'Italia è un'operazione concordata con noi, mentre con la Lega si conferma un'articolazione di posizioni che non ha connotati di ostilità. La centralità del Pdl è garantita dalla sua dimensione di partito nazionale, mentre nel rapporto Lega - movimenti del Sud non c'è il diaframma di quando, nel 1994, Berlusconi si alleò con Bossi e Fini. La nostra vocazione per le attività produttive ci rende interlocutori affidabili del Nord».
Sul ruolo che gioca la Lombardia nella costruzione del futuro Parlamento, Alfano si dice convinto che «il successo di Maroni nella corsa alla guida della Regione farà da traino anche al voto per il Senato. Da qui l'invito a Giannino e ai suoi potenziali elettori, che muove da un totale rispetto per quelle posizioni, a non disperderlo favorendo la sinistra. Il nostro programma, fortemente attrattivo per quell'area, e la nostra realistica possibilità di successo, li consigliano per un voto utile nei nostri confronti».

Il voto politico, e ancor più quello regionale più direttamente collegato alla dimensione territoriale bresciana, potranno condizionare il prossimo voto amministrativo, che vede in palio anche la guida della Loggia. Per Alfano, che elogia il lavoro di Mariastella Gelmini quale ministro dell'Istruzione, «bloccata nel suo prezioso impegno prima dal tradimento di Fini poi dall'invenzione di Monti», il Pdl a Brescia «può contare prima di tutto sul buon governo e l'esperienza amministrativa di un sindaco capace e gradito ai cittadini come Adriano Paroli, inoltre godrà del tiraggio del consenso elettorale regionale dell'intero centrodestra. Lo stesso Maroni ha ribadito il sostegno a Paroli».

Nell'auditorium, introdotto dal coordinatore provinciale Mattinzoli, affiancato dal sindaco Paroli e dagli on. Gelmini, Saglia, Romele, Alfano rilancia l'urlo di battaglia di Berlusconi: «Dobbiamo crederci, possiamo vincere in forza delle nostre idee, dei nostri programmi e della pericolosa inconsistenza del trio Bersani-Vendola-Monti».

Adalberto Migliorati

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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