Al via il processo nei confronti dell'architetto di Putin ma lui è latitante
«È abbastanza chiaro che il processo è animato ma non per il tribunale e al tribunale non interessa. Chiedo un profilo basso». Così il giudice di Brescia Luca Tringali, dopo un confronto tra accusa e difesa, nelle prime battute del processo a carico di Lanfranco Cirillo, ribattezzato l'architetto di Putin per i suoi legami con il leader russo. L'uomo è accusato di reati fiscali.
Cittadino russo iscritto all'Aire, per le autorità italiane Cirillo è latitante in quanto su di lui pende un mandato di cattura internazionale. Nei giorni scorsi la Cassazione ha annullato il sequestro da 141 milioni di euro tra beni mobili e immobili.
Oltre a Cirillo sono imputati anche sua moglie e Adriano Gafforini, ritenuto dagli inquirenti il suo factotum italiano e attualmente ai domiciliari proprio per l'inchiesta fiscale e poi Alberto Guerini e i cittadini russi Anna Novitscalia e Vladimir Krutskikh, accusati a vario titolo di concorso nei reati fiscali.
L'avvocato per Cirillo ha chiesto la nullità del decreto di latitanza dell'imprenditore che è cittadino russo, la nullità del giudizio immediato disposto dal gip e la nullità dell'impedimento a comparire, perché il passaporto è stato revocato a Cirillo dalle autorità russe.
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