Al Mo.ca «AnnoDiamoci», scatti di malattia e voglia di vivere

Sabato 14 maggio l'inaugurazione della mostra con le foto di Andrea Altini, nata da un'idea di Stefania Annovazzi e ora a lei dedicata
Uno degli scatti del fotografo Altini alla mostra «AnnoDiamoci» - © www.giornaledibrescia.it
Uno degli scatti del fotografo Altini alla mostra «AnnoDiamoci» - © www.giornaledibrescia.it
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Il dolore della malattia, la lotta contro il tumore e per la vita diventano arte. Tutto nasce da un’idea di Stefania Annovazzi: dopo un corso di vela, organizzato per malati oncologici, lei e altre donne con il tumore al seno si sono messe a nudo, davanti all’obbiettivo di un fotografo

Fisicamente ed emotivamente. Hanno dato forma a quell’uragano di emozioni che si portavano dentro. Oggi Stefania non c’è più, ma il suo desiderio è realtà. E non a caso si concretizzerà il giorno del suo compleanno, il 14 maggio, al Mo.ca, con la mostra «AnnoDiamoci - Noi... e le nostre strambate».

In esposizione ci saranno gli scatti del fotografo bresciano Andrea Altini realizzati sul lago Maggiore due anni fa. Un’esperienza intensa: «Stefania - racconta Altini - aveva desiderato e progettato questo incontro da mesi. Ognuna proveniva da città diverse, quindi non è stato semplice far coincidere gli impegni di tutti, ma alla base c'era urgenza di esprimere emozioni e di farlo al più presto perché, in fondo, il tempo è una variabile fondamentale quando si lotta contro il cancro. Insieme abbiamo trascorso due giorni, raccontando con le immagini un percorso lungo, scattando foto, ridendo, commuovendoci e ci siamo salutati con un grande progetto in mente: realizzare una mostra fotografica che riassumesse le loro storie».

In via Moretto ci saranno 5 le installazioni che simboleggiano cinque momenti della loro vita: la prima che il visitatore incontra è «Sempre insieme», un'immagine che ritrae le donne tirare un fascio di cime rosse legate a una bitta, come le barche ormeggiate al porto sicuro.

Segue «Rinascita», nella quale un telaio, che diffonde luce dall'interno, sostiene le immagini delle donne in posizione di chiusura, per rappresentare i momenti difficili e di apertura, per raffigurare, appunto, la rinascita.

Poi c’è «Occhio a chi guarda», una struttura nella quale il visitatore può entrare fisicamente, imbattersi nei volti delle ragazze e vedere la propria immagine riflessa. «Quando passa» è il titolo di due grandi pannelli affiancati, che illustrano le donne ritratte con abiti eleganti, come richiesto da canoni convenzionali, intente a lottare con i propri alter ego e spogliate dai ruoli sociali. E infine «Una nuova sinfonia» riproduce una porzione di spartito musicale, il quale viene adagiato sulle schiene delle ragazze, incorniciando una nuova partenza accompagnata dalla musicalità e dall'armonia della vita. Uscendo dalle sale ci si imbatte nelle «Note di viaggio» delle ragazze, composte su un pannello che illustra ritratti e riflessioni, una testimonianza intima che mette a nudo, a questo punto, anche i pensieri delle protagoniste.

La mostra, il cui scopo è raccogliere fondi per l’associazione Priamo ed Esa, resterà aperta dalle 16 di questo sabato 14 maggio quando si inauguerà, fino al 29 maggio e sarà gratuita.

Questa è la prima tappa della mostra che, nella volontà degli organizzatori, sarà itinerante. Per questo si cercano amministrazioni che vogliano ospitarla (Info Andrea Altini 3356752853; Daniela Costa 347 0957048).

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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