AiutiAMObrescia, per le visiere dà una mano anche La Zebra

I contagi rallentano, i letti di terapia intensiva un poco alla volta si svuotano e si torna a respirare un’aria di cauto ottimismo. Chi non si ferma, invece, è la macchina operativa di AiutiAMObrescia che, grazie al lavoro degli instancabili volontari, ha distribuito anche ieri i frutti della raccolta solidale, giunta a quota 16.411.300,86 euro grazie a quasi 57mila donazioni.

In particolare nel magazzino di Bortolo Agliardi a Rezzato, quartier generale operativo di AiutiAMObrescia, Giancarlo Turati e Daniele Stefanini hanno preparato nelle scorse ore un carico di 1.700 saturimetri e 1.500 visiere. Materiale che, ieri, è stato preso in carico dagli uomini dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. Insieme a Giuseppe Ciocca e al suo furgone, hanno consegnato gli scatoloni all’Ospedale Civile, alla Poliambulanza, agli ospedali di Chiari, Esine e Desenzano, alla Clinica San Camillo di Brescia, alla Domus Salutis, alla Maugeri di Lumezzane, al Don Gnocchi di Rovato, al Richiedei di Palazzolo, alla cooperativa medici e all’Ats.

Fra le realtà che hanno teso una mano ad AiutiAMObrescia, in particolare per l’acquisto delle visiere che il giovane roncadellese Matteo Mora ha ideato ispirandosi alle maschere da scherma, c’è anche La Zebra Onlus. L’associazione, nata allo scopo di sostenere i piccoli pazienti dell’Ospedale dei Bambini del Civile e supportare l’acquisto di apparecchiature ospedaliere in ambito pediatrico, ha contribuito con 10mila euro alla raccolta fondi. E in particolare il sostegno del sodalizio, presieduto da Daniela Scotti, è servito a finanziare le visiere in plexiglass targate AiutiAMObrescia. «La distribuzione dei dpi ai nostri medici, infermieri e tecnici è adesso di fondamentale importanza - conferma la Zebra - e grazie alla raccolta fondi senza precedenti di Fondazione Comunità Bresciana e Giornale di Brescia si è potuto dare grande sostegno al territorio, con la distribuzione di svariati beni necessari ad affrontare l’emergenza Covid. La generosità è contagiosa e i bresciani non si tirano mai indietro».