AiutiAMObrescia, «Impegno responsabile per chi dona e chi riceve»
Sedici milioni raccolti in poco più di un mese grazie alla generosità di 55mila e 731 donatori. Più di dodici quelli già investiti e quasi tre milioni e mezzo ancora da spendere, per continuare ad aiutare Brescia nella coda lunga di questa emergenza. È il bilancio, in numeri, della straordinaria operazione AiutiAMObrescia, la raccolta fondi lanciata il 9 marzo da Fondazione Comunità Bresciana e Giornale di Brescia, dopo l’sos delle strutture sanitarie al collasso.
Da allora moltissimo è stato fatto - trovate il rendiconto puntuale in allegato a questo articolo -, grazie all’ininterrotto flusso di generosità garantito dalle donazioni e al lavoro quotidiano del Comitato di AiutiAMObrescia, che ha sovrinteso allo stanziamento delle risorse sia dal punto di vista gestionale che operativo. Alla regia. «Un lavoro quotidiano, sabato e domenica compresi, ha reso possibile quanto è stato fatto fino ad ora - rimarca Alberta Marniga, presidente di Fondazione Comunità Bresciana -. Oggi ci prendiamo un giorno di pausa e ne approfittiamo per ringraziare tutti i donatori e gli operatori e rivolgere un pensiero alle famiglie colpite da questo terribile virus».«Quando siamo partiti - le fa eco il segretario generale di Fcb Giacomo Ferrari - non ci aspettavamo una tale risposta dai bresciani e da tutti quanti, dall’Italia e dall’estero, hanno contribuito. Una tale mole di generosità ha portato alla creazione del Comitato, che ha profuso un impegno quotidiano per fornire risposte in base all’evolversi dell’emergenza, partendo dagli ospedali per arrivare al territorio». «Un impegno quotidiano - rimarca Mauro Torri, amministratore delegato del Giornale di Brescia - che nasce dalla responsabilità che sentiamo nel gestire le risorse che la terra bresciana ci ha affidato con immensa generosità. Ogni sera mi addormento chiedendomi se stiamo facendo tutto il necessario e sento l’angoscia di dover costantemente lottare contro il tempo».
Una «battaglia», quella contro il tempo, che vede in campo una macchina operativa alimentata da un team di instancabili volontari guidati da Giancarlo Turati: «Mi preme ringraziare innanzitutto Agliardi Traslochi, che ha messo a disposizione magazzino, azienda e personale, in particolare Daniele Stefanini; Fasternet ha fornito il programma per la contabilità e schierato Andrea Turati, che si occupa della logistica con Giuseppe Ciocca del Calzificio Santagostino. Poi ci sono Giulio e Andrea Castellazzo di Wellcome, Francesca Tocchella di Kore Event, Alessandro Loda e Nicola Sandrini e i fondamentali mezzi di Aron e Sirmio Trans. Un grazie va poi alle forze dell’ordine e alla protezione civile, che ci hanno aiutati nella distribuzione».
Un superlavoro che sta dando i suoi frutti: «In queste settimane - racconta Enrico Zampedri, coordinatore di aiutiAMObrescia - abbiamo toccato con mano la gratitudine di tutti coloro che abbiamo aiutato. Trasformare le donazioni in aiuti concreti rappresenta la luce a cui aggrapparsi in questo momento buio». «Questa esperienza ci sta segnando - aggiunge Orietta Filippini, direttore operativo di Fbc -, ma bisogna cercare di trarne tutto il positivo: aiutiAMObrescia ha catalizzato una valanga di bene e ciò dovrà restare ad esempio e insegnarci quanto, in futuro, dovremo essere tutti più connessi, oltre le barriere che l’emergenza ha contribuito a fare cadere».
Per il direttore del GdB Nunzia Vallini, il successo di AiutiAMObrescia è da attribuire a due fattori principali: «Il primo - spiega - è il modello, più che collaudato: GdB e Fcb hanno alle spalle virtuose raccolte fondi solidali. Stavolta l’emergenza è arrivata in casa e lo sviluppo è stato esponenziale, costringendoci ad uno sforzo senza precedenti. Il secondo fattore è la garanzia di trasparenza dei fondi raccolti, oltre che in ogni capitolo di spesa. La differenza sostanziale tra questa e le raccolte passate? Le cifre, perché nessuno avrebbe immaginato di superare i 16 milioni, ma anche i modi e i tempi di spesa: non un progetto unico da realizzare nel post emergenza ma tanti bisogni da soddisfare nell’immediato».
«Abbiamo vissuto con crescente responsabilità e commozione - conclude Pierpaolo Camadini, presidente di Editoriale Bresciana - la risposta che i bresciani hanno dato al nostro appello. Abbiamo perciò organizzato un modello operativo che raccordasse gli interventi, rispondendo in modo sollecito alle esigenze delle realtà sanitarie e civiche. Il metodo che ci ha guidati è stato quello dell’intervento immediato e, in questo, abbiamo trovato la convergenza operativa di tanti soggetti. A ciò va il mio pensiero in un momento, come la Pasqua, in cui bisogna farsi catturare dalla speranza nel futuro. Da parte nostra, ci interrogheremo su come supportare anche le fasi del recupero post emergenza».
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