«Agricoltura, trasporto locale, Ztl: le soluzioni ci sono, ma...»
«Che Brescia sia al primo o al quinto posto fa poca differenza: il punto vero è che la politica dovrebbe sentirsi chiamata in causa direttamente. E invece gioca semplicemente a ping pong, rimpallandosi responsabilità da un livello all’altro».
Il punto di vista di Carmine Trecroci, ordinario di Economia all’Università degli Studi di Brescia e coordinatore del comitato operativo del Centro sviluppo sostenibilità, punta a dare una scossa agli amministratori. Perché «le soluzioni per migliorare davvero ci sono. Ma non le applicano». O, meglio: si limitano a «interventi cosmetici» e non strutturali. «Servono politiche integrate a più livelli: nazionale, macroregionale e locale, altrimenti sono tutte misure poco incisive. Al contrario è purtroppo in atto un gioco di rimpallo delle responsabilità - ribadisce Trecroci -: il livello locale dice che è colpa della Regione, la Regione dello Stato, lo Stato dell’Europa. E il risultato è che tutti fanno poco o nulla».
La ricetta esiste? Secondo il coordinatore del Css, assolutamente sì. «Ci sono le tecnologie, conosciamo i benefici e gli interventi necessari per migliorare». Da cosa partire? «Serve un piano nazionale per la qualità dell’aria. Serve che la Regione Lombardia ridefinisca gli standard in agricoltura, a partire dall’eliminazione dell’ammoniaca, e quelli legati ai trasporti. Serve che il livello locale incida fortemente sulla riduzione del traffico: che questo porti a effetti positivi lo si vede solo guardando i dati della centralina del Broletto, dove i valori sono più bassi rispetto al resto della città. Questo significa che le Ztl funzionano. Ne servono di più, servono più aree pedonali. Serve collocare i servizi in spazi raggiungibili dal metrò: in quest’ottica è un errore posizionare il polo della Motorizzazione nella ex caserma Papa, perché non sarà raggiungibile se non in auto. Bene il tram, ma ci vorranno dieci anni: nel frattempo bisogna agire e regolamentare diversamente anche la sosta. Tutto questo viene invece applicato con eccessiva timidezza».Trecroci resta però pessimista: «Sì - rimarca -. Perché manca ancora la consapevolezza dell’elettorato. E finchè non matura in modo forte, si continueranno ad eleggere rappresentanti politici incapaci a gestire questa situazione o, peggio, disinteressati a farlo».
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