Agguato al pizzaiolo, versioni sotto la lente

Gli investigatori della Squadra Mobile stanno cercando riscontri alle prime informazioni fornite dal 43enne albanese Arben Corri
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 Pochi elementi. Spezzoni di ricordi, di testimonianze. Che non arrivano ad una ricostruzione convincente, che sembrano contraddirsi.

Non ci sono elementi certi nell’indagine della Squadra Mobile della Questura di Brescia sull’agguato di martedì notte al pizzaiolo albanese Arben Corri. Il punto di partenza è in via Roncadelle, la strada che porta dal centro commerciale Le Rondinelle alla Mandolossa, su cui i poliziotti hanno raccolto 4 bossoli e due proiettili calibro 7.65, quelli sparati contro il 43enne che era al volante della sua utilitaria.


Il primo interrogativo è proprio nelle armi: quante ne sono state usate? Si tratta di pistole già viste in azione nel Bresciano? Il secondo interrogativo, quello per ora più difficile da soddisfare, è quello del movente. Gli inquirenti, che non hanno escluso alcuna pista, stanno valutando se ci siano zone d’ombra nel passato o nel presente della vittima, descritto da tutti come una brava persona e un gran lavoratore, o se ci siano stati episodi, magari legati all’attività della forneria e pizzeria notturna «Da Frank», in cui screzi o battibecchi potrebbero aver scatenato in qualcuno un desiderio di vendetta.

Per ora la vittima ha potuto rispondere solo in modo sommario alle domande della Mobile e anche per questo gli elementi per ricostruire l’accaduto sembrano ancora troppo pochi. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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